Una delegazione dell’associazione sindacale Unarma ha incontrato oggi il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza, Andrea Mommo. L’incontro era finalizzato a presentare al colonnello la linea operativa dell’organizzazione «che ha come unico e autentico obiettivo il benessere del personale e la piena tutela dei diritti dei carabinieri». Ad affermarlo sono il segretario regionale del sindacato Fabio Riccio e i segretari provinciali Mario Cavallo e Antonio Cardamone, presenti all’appuntamento che si è svolto, come da loro dichiarato «in un clima di cordiale confronto».

I tre esponenti sindacali conoscevano già Mommo «per il suo pregevole operato quale capo di Stato maggiore della Legione carabinieri Calabria» e il motivo per cui hanno chiesto di essere ricevuti da lui affonda le radici in fibrillazioni che, evidentemente, scandiscono la vita sindacale degli aderenti all’Arma. A tal proposito, infatti, Unarma rivendica per sé «una reale crescita della rappresentatività in tutta la provincia di Cosenza, una crescita concreta, misurabile e frutto della fiducia reale dei colleghi, non come qualcuno cerca di far credere con numeri fantasiosi, vantando più iscritti di quanti siano i carabinieri effettivamente presenti sul territorio».

Una stoccata rivolta ad altre sigle sindacali. E non è l’unica: «Noi crediamo nei fatti, non nelle illusioni; nella serietà, non nelle sceneggiate di chi cerca solo visibilità. Con altrettanta determinazione abbiamo ribadito che è necessario abbandonare definitivamente le logiche superate e dannose di un’opera legata alla vecchia rappresentanza militare e ai loro eredi incarnati in altre sigle, che nulla hanno più da offrire ai carabinieri moderni».

Al colonnello Mommo, i vertici di Unarma hanno rappresentato la necessità di poter contare oggi su «un sindacato serio, concreto, moderno, capace di dare risposte vere e immediate, nel pieno rispetto delle leggi, dei regolamenti e dei valori che devono contraddistinguere l’Arma dei carabinieri. Non scenderemo a compromessi con chi continua a perpetuare schemi arcaici».