Tra gli elementi di maggior rilievo contenuti nella convenzione sottoscritta a Palazzo dei Bruzi tra il sindaco di Cosenza Franz Caruso e l’Associazione Antiracket e Antiusura intitolata a Lucio Ferrami, ucciso dalla ‘ndrangheta ad Acquappesa nel 1981, vi è l’impegno del Comune a costituirsi parte civile nei processi relativi a reati di stampo mafioso, al fianco delle vittime.

Ad apporre la firma sul protocollo il primo cittadino e Pierluigi Ferrami a margine di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti anche l’assessore al welfare Veronica Buffone ed Alessio Cassano, responsabile dello sportello antiracket della provincia.

Il documento prevede inoltre l’avvio di un progetto di incentivazione del consumo critico nell’ambito di una iniziativa denominata “Pago chi non paga”: «Gli operatori economici – hanno spiegato Cassano e Ferrami – saranno invitati ad iscriversi in un apposito elenco, assumendo l’impegno di non piegarsi alle richieste del pizzo. Per cui i consumatori potranno prediligere per i propri acquisti, negozi ed esercizi commerciali che si fregiano di questa caratteristica».

L’altra novità è il trasloco dello sportello antiracket fondato nel 2021 ed ospitato nella cittadella del volontariato di Via degli Stadi. Quei locali saranno adesso destinati ad accogliere la nuova centrale territoriale della sanità, ma il Comune ha già reperito una nuova e più ampia sede, in Viale Cosmai, intercettando anche un finanziamento necessario alla ristrutturazione. Nelle more dello svolgimento dei lavori di adeguamento, è stata individuata come sede provvisoria quella di Via San Martino che ha ospitato in passato il Monitore Brutio, la Tv civica e, più recentemente, gli uffici di Municipia.

L’appuntamento ha registrato la presenza in sala, tra gli altri, del direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda, del presidente di Ance Giuseppe Galiano, del sindaco di Castiglione Cosentino, Salvatore Magarò, dei consiglieri comunali Gianfranco Tinto e Francesco Graziadio. Presente anche Franca Ferrami, sorella di Lucio Ferrami.

«Chiunque voglia avviare un’attività imprenditoriale a Cosenza – ha rimarcato l’assessore Buffone – deve sentirsi sicuro, sapere di poter operare in tranquillità e con a fianco la pubblica amministrazione pronta a sostenerlo. Anche così si combattono le piaghe maggiori che alimentano i fenomeni estorsivi: l’isolamento e l’omertà».

Pierluigi Ferrami, rimasto orfano del padre in tenerissima età, ha ribadito «l’importanza della denuncia e della ricostruzione di un rapporto di fiducia verso le istituzioni. Pagare il pizzo significa pagare per poter lavorare. Ma noi vogliamo vivere da uomini liberi». Nel video allegato in sequenza, l’intervista rilasciata al nostro network dal sindaco Caruso, da Alessio Cassano e da Pierluigi Ferrami.