La città di Cosenza, nel riconoscimento del diritto alla piena tutela dei bambini nati da procreazione medicalmente assistita, ha vergato, alla presenza del sindaco Franz Caruso, l’atto che consente ufficialmente, dando esecuzione alla recente sentenza della Consulta, del 22 maggio scorso, la n. 68, destinata a cambiare la storia del diritto di famiglia, di riconoscere una bimba, nata da due donne che hanno condiviso un progetto genitoriale tramite procreazione medicalmente assistita, come figlia di entrambe le madri.

Oggi, pertanto giornata di festa per la signora Maria Ammirata, madre intenzionale, e la signora Merli, la madre biologica, che a Palazzo dei Bruzi hanno visto riconosciuto il frutto del loro amore di nome Penelope. La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l’attuale normativa che impediva alla madre intenzionale – cioè la compagna della donna che ha partorito – di essere riconosciuta come madre del bambino, anche nei casi in cui entrambe le donne avevano espresso un consenso consapevole e condiviso al percorso di procreazione medicalmente assistita, sebbene effettuato all’estero.

Fino ad oggi, infatti, la legge italiana riconosceva come madre legale solo la donna partoriente, negando ogni diritto alla madre intenzionale, costringendola – nella migliore delle ipotesi – a intraprendere il complesso e lungo percorso dell’adozione in casi particolari (la cosìddetta “stepchild adoption”). Ma la Corte ha chiarito che questa situazione è contraria ai principi fondamentali della Costituzione italiana, in particolare al diritto del minore di vedere riconosciuto fin dalla nascita un legame giuridico stabile e protetto con entrambe le persone che l’hanno voluto e cresciuto come figlio.

L’avvocato Colistra: «Un grande successo»

Le due mamme erano accompagnate dall’avvocato Maria Francesca Colistra. «E’ una giornata importante, di grande civiltà – ha detto -. Purtroppo le signore hanno vissuto un calvario sin dall’epoca della nascita di Penelope in quanto due donne unite in un vincolo civile con alcun riconoscimento di diritto o almeno ufficialmente da parte dello Stato, in questo caso dal Comune di Cosenza, sino a questo intervento della Corte Costituzionale. Entrambe hanno tentato in ogni modo di far sì che la bimba potesse avere il cognome di entrambe. Oggi Palazzo dei Bruzi, in maniera davvero eccellente, ricevendo l’indirizzo della Corte Costituzionale, ha favorito il riconoscimento della madre intenzionale, la signora Maria Ammirata, congiuntamente alla madre biologica, la signora Merli, unendo e trascrivendo questa intenzione sull’atto di nascita. Da questo punto in poi la bambina avrà due mamme con ogni diritto conseguente. Da oggi, la bambina avrà il riconoscimento di ogni diritto. Un grande successo».

Caruso: «Cosenza dà prova di civiltà»

«Cosenza – ha sottolineato il sindaco Franz Caruso in una dichiarazione – dà ancora una volta prova della sua civiltà, adeguandosi, a poche settimane dal pronunciamento della Consulta, ai principi in esso contenuti e si colloca tra le prime città italiane e prima in Calabria, che dà seguito a quanto deciso dalla Corte Costituzionale in tema di riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali con due madri.  Riaffermare con assoluto tempismo alcuni principi stabiliti dalla Corte Costituzionale e che fanno parte della nostra cultura dell’accoglienza e della condivisione, contro ogni forma di differenziazione e discriminazione, dimostra, una volta di più, che la città di Cosenza è un presidio democratico dei diritti di tutti e di tutte».