Un'effigie posizionata nel luogo in cui ha mosso i primi passi, e anche gli ultimi, di una carriera brillante . È così che la città di Scalea ha voluto omaggiare Silvio Longobucco , indimenticato campione di calcio, mancato nel 2023, a 71 anni. La cerimonia si è tenuta nei giorni scorsi nel campo sportivo dedicata al fratello, Domenico Longobucco , alla presenza dei cittadini e delle autorità civili e religiose della città, ma soprattutto dei tifosi della squadra locale, l' Usd Scalea 1912 , ideatori e promotori dell'iniziativa.

Chi è Silvio Longobucco

Silvio Longobucco nasce a Scalea il 5 giugno del 1951. Comincia a giocare a calcio sin da ragazzino nel ruolo di difensore e in campo mostra subito il suo talento. Fa il suo debutto con la maglia della Ternana nella stagione 1969/70, ma è nel 1972 che fa il grande salto: il terzino sinistro esordisce in serie A con la maglia della Juventus , con cui vince tre scudetti.

Indossa la maglia bianconera per quattro stagioni, poi viene ceduto al Cagliari , dove rimane per sette anni. Alla fine dell'esperienza sarda, il calciatore vive un lutto gravissimo: il suo giovanissimo fratello Domenico, anche lui promessa del calcio, muore appena 18enne in un incidente stradale al ritorno da un provino.

Longobucco torna in Calabria e trova spazio al Cosenza , dove però rimane soltanto un anno, ed infine torna a giocare nella squadra dello Scalea. Il ritiro dal calcio giocato arriva a 32 anni. Successivamente occuperà ruoli da dirigente nelle squadre e nelle scuole di calcio locali.

Nella sua città natale conosce Elena , che diventa sua moglie e madre delle sue due figlie, Fabiana e Silvia .

Durante i primi due mandati del sindaco Mario Russo , oggi tornato alla guida della città, riveste la carica di assessore delegato allo Sport e allo Spettacolo.

Si è spento, dopo una lunga malattia, il 2 aprile 2022, due mesi prima del suo 71esimo compleanno.

L'amore dei tifosi

A realizzare l'effigie che ritrae Silvio Longobucco in una delle sue pose più iconiche, sono stati i tifosi dell'Usd Scalea 1912. Ed è solo un caso che in quello scatto il calciatore vesta la maglia della Juventus; il campione scaleoto rappresenta tutti i colori del calcio e dello sport, indistintamente. «Il suo ricordo è sempre vivo – spiega Enzo Greco, tra i promotori dell'iniziativa -, per Scalea è stato un punto di riferimento importante. Ringraziamo l'amministrazione comunale, che subito ha accettato la nostra proposta, e tutte le persone che hanno collaborato per far sì che questo sogno si realizzasse. Questa è casa sua, è il campo dove è cresciuto calcisticamente e dove poi ha finito la sua carriera, è il campo che porta il nome di suo fratello Domenico. Sono sicuro che oggi sono insieme in cielo – conclude - e ci stanno guardando».

L'emozione del sindaco Mario Russo

Visibilmente emozionato, il sindaco della città lo ha ricordato subito dopo la cerimonia. «È una giornata molto importante per Scalea. L'iniziativa ha visto una grande partecipazione perché Silvio è un'icona dello sport. Ha calcato palcoscenici calcistici nazionali e internazionali di un certo livello ed è stata una persona che poi, una volta finita la carriera calcistica, si è dedicata a Scalea sia da un punto di vista sociale che politico. Con me ha ricoperto per dieci anni l'incarico di delegato allo Sport e al Turismo.

Poi ha seguito la squadra dello Scalea. Negli anni in cui ne era il direttore sportivo, la squadra ha raggiunto i suoi massimi livelli. Nel 2000 è stata promossa in Eccellenza, categoria in cui è rimasta per molti anni. Questo stadio, già intitolato al fratello Domenico, presto avrà anche il suo nome, per volontà dell'amministrazione comunale. Silvio Longobucco dovrà essere un riferimento anche per le generazioni che verranno, per quei ragazzi che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo, per tutti coloro che si avvicinano allo sport e al calcio».