Walter Brenner è orgoglioso e fiero di raccontare la storia del padre Gustav, seguendo le orme del quale anche lui è diventato un editore. Ebreo austriaco internato a Ferramonti, Gustav Brenner dopo la liberazione del campo restò a Cosenza, «con coraggio e per amore di mia madre Emilia Iaconianni, originaria di Roggiano Gravina. Restò, in una Calabria con un tasso altissimo di analfabetismo, con i libri». 

«Si appassionò ai libri da giovanissimo a Vienna, al fianco di suo padre Joseph, per poi continuare a coltivare questo interesse anche in Italia, a Milano, in clandestinità. Poi le leggi razziali, l’arresto e la detenzione nel campo di internamento di Ferramonti, in Calabria. Un frangente drammatico della sua vita che non lo distolse dalla sua visione secondo la quali i libri e la conoscenza avrebbero contribuito al progresso umano. Una visione che oggi è anche la mia. Una visione che ho posto al servizio della Calabria, che mio padre aveva scelto come nuova patria, e soprattutto di ciò che della Calabria restava in ombra», ha raccontato Walter Brenner.

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