In una serata densa di emozione e riflessione, la Sala de Cardona ha ospitato la presentazione del libro di Tommaso Scicchitano, “Il Cammino del Partigiano: Dal Montenegro a Casa“. L’evento ha visto una sentita partecipazione di pubblico, unito per ascoltare non solo la genesi di un’opera di grande valore documentale, ma anche per condividere un momento di memoria collettiva. Attraverso gli interventi dei relatori e la toccante testimonianza familiare, è emersa la figura di Ernesto Broccolo, protagonista del libro, e con lui un capitolo della storia nazionale spesso poco esplorato.

L’opera, che attinge con rigore e sensibilità al diario di Ernesto, nonno dell’autore, è stata al centro di un dibattito che ha saputo intrecciare l’analisi letteraria, la riflessione sociologica e l’impegno civile. La docente Maria Cristina Guido ha aperto il dialogo, soffermandosi sulla profonda inquietudine che traspare dal testo. Ha evidenziato come Scicchitano sia riuscito a dare voce ai silenzi di Ernesto , esplorando il suo “mondo interiore” di fronte all’orrore del conflitto e alle drammatiche scelte morali imposte dalla guerra. Un’inquietudine che diventa la chiave per comprendere la trasformazione di un uomo di fronte alla brutalità bellica.

Di grande spessore l’intervento di Sabrina Garofalo, sociologa dell’Unical, che ha inquadrato il libro come un atto di impegno civile. La Garofalo ha sottolineato come il dovere della memoria non sia un semplice esercizio di ricordo, ma una scelta attiva di giustizia e responsabilità verso il presente e il futuro. Conservare e raccontare storie come quella di Ernesto significa, secondo la sociologa, contribuire attivamente alla costruzione di una coscienza civile vigile, che ripudia la guerra nella sua intrinseca follia.

Andrea Bevacqua, in rappresentanza dell’ANPI (sezione città di Cosenza), ha poi ampliato la prospettiva, insistendo sulla necessità di valorizzare il racconto collettivo. Bevacqua ha affermato che la condivisione di queste memorie “dal basso” è fondamentale per la crescita dei valori sociali. Storie come quella di Ernesto, un soldato che l’8 settembre 1943 scelse di aderire alla Resistenza partigiana nella Divisione Garibaldi in Montenegro, diventano patrimonio comune e strumento indispensabile per educare le nuove generazioni ai principi di libertà e democrazia.

Il culmine emotivo della serata è stato raggiunto con le testimonianze delle figlie di Ernesto: Gina, Anna e Adriana. Le loro parole hanno restituito un ritratto intimo e vivido del padre, descrivendolo come un uomo profondamente amante della pace, un valore maturato proprio attraverso la sofferenza del conflitto. Con orgoglio hanno ricordato come si definisse un “Garibaldino”, un richiamo fiero alla sua militanza nella Brigata Garibaldi che ne ha segnato l’identità per tutta la vita. Questa testimonianza diretta ha saldato indissolubilmente la figura storica del partigiano a quella dell’uomo, del padre, la cui volontà nel dopoguerra fu quella di contribuire alla rinascita della sua comunità.

La presentazione de “Il Cammino del Partigiano” si è così rivelata molto più di un evento letterario: un potente atto di memoria che interroga, commuove e illumina , dimostrando ancora una volta la forza indomita dello spirito umano di fronte alle avversità.