Tutti gli articoli di Societa
«Ho visto che avete la macchinetta del caffè. Ne prenderei uno amaro, se è possibile». Un attimo dopo rompe gli indugi e, dal vassoio di dolci appena scartato, individua un cannolo siciliano che trabocca di ricotta fresca. Monsignor Giovanni Checchinato, arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano, ha bussato alla porta di Cosenza Channel in anticipo rispetto all’orario concordato e così l’attesa è finita prima ancora di cominciare.
Cosenza non l’ha amata subito anzi, fosse stato per lui, non ci sarebbe mai venuto. I cambiamenti, a una certa età, destabilizzano e possono fare addirittura paura. Adesso che dall’insediamento è trascorso poco più di un anno, i timori si sono placati e la pace popola nuovamente il suo cuore: «Ogni mattina apro le finestre, osservo il verde delle montagne della Sila e provo una gioia incontenibile».
Domani, ancora una volta, il vescovo Checchinato sarà in piazza contro l’autonomia differenziata: «La politica non c’entra. È una questione di giustizia, al servizio dei poveri e degli ultimi. Anche se le accuse ricevute mi hanno profondamente ferito, sento il dovere di essere presente».
Gli amori giovanili, la paternità mancata, il rapporto con i social, il dialogo con quanti ogni giorno chiedono di parlare con lui. L’intervista realizzata negli studi di Cosenza Channel è informale, a tratti intima. Soltanto la brutta vicenda dell’istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello (di recente tornata d’attualità) riesce a spegnere il sorriso sul volto di un vescovo che preferisce farsi chiamare don Gianni.
«Siate umili, veri, onesti e mai violenti, neanche nel linguaggio». Questa l’esortazione con la quale monsignor Checchinato si congeda dalla nostra redazione. Un buon giornalista, per lui, è così che deve comportarsi. Un monito da tenere a mente. Sempre.