Il linguista e filologo Antonio Daniele, studioso della lingua e della letteratura italiana del Cinquecento e del Seicento, specialista della poesia dialettale veneta, è morto all’età di 72 anni dopo una malattia a Padova. Il funerale sarà celebrato mercoledì 31 maggio, alle ore 10.30, nella chiesa parrocchiale di San Salvatore, in località Camin, frazione del comune di Padova.

L’annuncio della scomparsa è stato dato dall’Accademia della Crusca, di cui era accademico corrispondente dal 2019, e dall’Accademia Galileiana di Scienze Lettere ed Arti di Padova, di cui era presidente dal 2018 e dove era stato eletto socio nel 1991.

Chi era Antonio Daniele

Nato a Padova il 13 settembre 1946, come docente ha svolto la sua attività, a partire dal 1971, nelle Università di Vienna, Padova e Rende. Ha finito il suo impegno di insegnamento nel 2016 all’Università di Udine come professore ordinario di Storia della lingua italiana e Filologia italiana. Antonio Daniele ha prodotto volumi e saggi specialmente su Torquato Tasso (“Capitoli tassiani e Nuovi capitoli tassiani”, Antenore, 1983 e 1998), ma anche sui nostri massimi scrittori plurilingui: “Folengo e Ruzzante. Dodici studi sul plurilinguismo rinascimentale” (Esedra, 2013). Si è occupato pure di questioni di filologia e di metrica (“Linguaggi e metri del Cinquecento”, Marra, 1994).

A Carlo de’ Dottori ha dedicato una monografia (“Carlo de’ Dottori. Lingua, cultura e aneddoti”, Antenore, 1986); del Dottori ha anche pubblicato le edizioni critiche della “Galatea” (Commissione per i testi di lingua, 1977) e dell'”Asino” (Laterza, Bari 1987). Antonio Daniele è autore di studi sulla lirica del Petrarca volgare e del Trecento in generale (“La memoria innamorata. Indagini e letture petrarchesche”, Antenore, 2005), curando anche un volume miscellaneo relativo alle “Lingue del Petrarca” (Forum, 2005). Delle “Rime” di Giovanni Dondi dell’Orologio ha dato un’edizione commentata (Neri Pozza, 1990).

Ha raccolto ed edito inoltre i poemetti in dialetto veneto di Romano Pascutto (“L’acqua, la piera, la tera e altre poesie”, Marsilio, 1990), nonché le sue liriche italiane (“Nostro tempo contato e altre poesie edite e inedite”, Marsilio, 2003). Si è occupato anche di storia aneddotica della Grande Guerra: “Magnaboschi. Storie di guerra, di scrittori e d’altopiano” (Cierre Edizioni, 2006) e “La guerra di Gadda” (Gaspari, 2009). Ultimamente si è rivolto soprattutto alla poesia e alla prosa contemporanea, specie veneta: “Dal centro al cerchio. L’esperienza narrativa di Luigi Meneghello” (Cleup, 2016) e “Nostro Novecento” (Cleup, 2018). Era membro anche dell’Accademia Olimpica di Vicenza.

fonte: Adnkronos