Negli ultimi giorni ha fatto discutere a Cosenza la decisione della Giunta comunale di avviare un progetto di riqualificazione di piazza Cappello, snodo urbano situato davanti allo storico edificio scolastico “Michele Bianchi” che ospita la scuola media “G.B. Vico” e l’Istituto superiore “Nitti”. L’intervento – annunciato dal consigliere Francesco Alimena anche con una nota pubblica – prevede un ridisegno dell’area e la sostituzione della pavimentazione, ma a far discutere sono soprattutto la gestione del verde urbano e l’assenza di un percorso di coprogettazione con la cittadinanza.

A intervenire oggi, con una lettera aperta indirizzata al sindaco e allo stesso Alimena, è un docente della “Vico”, Andrea Bevacqua, che si firma come “cittadino e insegnante della scuola secondaria di I grado G.B. Vico”. Il testo, lungo e articolato, muove una critica costruttiva al progetto in corso, auspicando un cambio di metodo e di prospettiva.

«Da anni abbiamo espresso ai rappresentanti istituzionali una certa urgenza nella riqualificazione della piazza, soprattutto in termini di sicurezza strutturale», scrive il professore, ricordando gli incidenti che coinvolgono regolarmente docenti e studenti a causa di un suolo ormai sconnesso e pericoloso. Ma se da un lato la notizia dell’avvio dei lavori è accolta con sollievo, dall’altro preoccupano le modalità con cui si sta intervenendo: «Finalmente qualcosa si muove, seppur – a mio parere – non nel verso giusto».

Sotto accusa, innanzitutto, è la gestione degli alberi storici presenti nella piazza, le cui radici hanno danneggiato la pavimentazione ma che rappresentano un tratto identitario dello spazio urbano. «Quegli alberi rendono caratteristico questo luogo, si situano in un contesto ormai consolidato», si legge nella lettera. Il docente invita l’amministrazione a evitare la soluzione di piantare “alberelli ai lati”, come previsto dal progetto, perché «non fanno alcuna ombra». E rilancia: «Va mantenuta l’idea delle aiuole centrali con alberi di importante dimensione», anche per ragioni ambientali e sociali: «Gli alberi abbassano le temperature in estate e danno benessere. Creare un’ennesima piazza assolata e invivibile non è pensabile».

Il secondo punto critico riguarda il mancato coinvolgimento delle scuole: «Una riqualificazione meriterebbe da subito un coinvolgimento delle scuole. Le ragazze e i ragazzi della Vico vivono la scuola sia al mattino che al pomeriggio. Sono loro, tramite i genitori, ad aver chiesto più volte la riqualificazione della piazza». Secondo l’autore della lettera, un intervento urbanistico davanti a un edificio scolastico dovrebbe «partire dai desideri e dalle proposte delle ragazze e dei ragazzi». Il testo ricorda che proprio sotto quegli alberi si sono svolte attività didattiche, manifestazioni, momenti comunitari: «Quelle piazza e quegli alberi sono le nostre aule».

Il tono è appassionato ma rispettoso, con un appello finale che diventa anche una proposta politica: «La riqualificazione di piazza Cappello può essere un cantiere per ripensarsi come comunità educante», scrive il docente, ricordando anche errori del passato come la riqualificazione “calata dall’alto” di piazza Loreto nel 2003 o le piazze spoglie di verde realizzate in epoca più recente. «Per una giunta che programma di piantare duemila alberi, evitare uno scempio annunciato può essere una buona inversione di rotta».

Infine, l’auspicio: «Facciamo diventare piazza Cappello un laboratorio di idee, uno spazio di scambio di vedute, un cantiere della comunità educante. Che siano protagoniste le ragazze e i ragazzi. Se così non fosse, avremmo già fallito tutte e tutti».