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Dopo un anno di lavori l’aspettativa (o hype, per usare un termine caro ai bingewatcher) era alto. La piazza (o largo) De Vincenti, nel cuore di Commenda non sarebbe stato più lo scarno parcheggio di prima, promettevano. Per prima cosa, dunque, sono stati abbattuti i bellissimi pini marittimi che davano ombra e un tocco di colore. Via perché le radici, crescendo, avevano divelto il ciottolato. Potevano esserci soluzioni alternative? Poteva essere rifatta solo l’area ristretta intorno agli arbusti? Probabile. Invece meglio mettere mano ai fondi del Pnrr e togliere via tutto. La deforestazione, che a Rende ha interessato molte zone, con molti mal di pancia di ambientalisti e anche di residenti, ha prodotto poco o nulla. Al largo De Vincenti sono arrivati gli alberelli di Giuda, dalle chiome rosate, la cui crescita non dovrebbe dare problemi, in teoria. Ma non si blocca una piazza per un anno, solo per piantare qualche decina di alberi. Infatti non è stato così.


È sorta anche una ampia panchina circolare di cemento, (tutt’ora transennata al centro) con una fascia sottile di neon che si accende di sera. Tutto qui. La riqualificazione oggi restituisce la triste immagine di una piazza “riqualificata” con una bella colata di cemento. Nel rendering, vuoi l’effetto sole, vuoi l’effetto cartoon, l’immagine non era così cupa com’è stato poi il risultato finale. Un po’ come quando ordini sul web: in foto il vestito sembra bello e conveniente, quando arriva a casa invece…
L’unico cestino dell’immondizia è sul lato “parco giochi” a volerlo definire così con generosità. Sul pavimento sono ancora visibili i segni dei parcheggi blu anche in prossimità della panchina circolare (non sono stati neanche lavati via), e le auto, sui lati, hanno ricominciato a trovare posto (a pagamento). Più che riqualificazione, si tratta di un ritocco di cemento con qualche albero. «Il comune di Rende – si legge in una nota di un anno fa – a seguito del finanziamento del PNRR “investimenti in progetti di Rigenerazione Urbana, volti ai fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché volti al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale”, ha inteso investire le risorse assegnate nella rigenerazione urbana dei due spazi aperti, centrali e di particolare rilevanza, due spazi che torneranno quali simboli di una identità culturale rintracciata, di una socialità ritrovata». Ritrovata e persa subito, a quanto pare.