L’ex Procuratore della Repubblica di Cosenza boccia la separazione delle carriere: «Non risolve i problemi della giustizia». Ma il presidente della Camera Penale repllica con una stilettata
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Verso il referendum nel 2026. Oramai è acclarato, sulle separazione delle carriere e sulla riforma Nordio si andrà alle urne. Un argomento particolarmente complesso che prende da tempo le prime pagine dei giornali. Lo sa bene anche l’ex procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, che ai nostri microfoni si esprime con contrarietà alla riforma Nordio, in particolar modo sul capitolo “separazione delle carriere”.
«È un modo per guardare il dito e non la luna», chiosa l’ex procuratore che, oggi, è Presidente della Corte di Giustizia Tributaria di primo grado a Cosenza. «I veri problemi della giurisdizione a mio parere sono altri, non sono questi. Non si possono fare nozze con i fichi secchi, bisogna investire per una giustizia complessa e quindi dare la possibilità al cittadino, anche attraverso vari gradi di giurisdizione, di trovare le sue ragioni». Infine, un consiglio letterario: «Rifuggiamo il modello americano e magari rileggiamo tutto Grisham sull’argomento», chiosa.
Le Pera in punta di fioretto: «Siamo l’unico Paese in cui...»
Di tutt’altro avviso, invece, il presidente della Camera Penale di Cosenza, Roberto Le Pera. «La separazione delle carriere è la riforma delle riforme. Pensate un po' che grazie alla separazione delle carriere i pubblici ministeri, che fino a ieri partecipavano ai consigli giudiziari e facevano la valutazione di professionalità di giudici che magari avevano rigettato le loro richieste di cattura, da quando ci sarà la riforma non lo potranno fare più».
Un sì totale, dunque, per il numero uno della “Fausto Gullo”, che non manca di tirare una sfilettata: «Siamo l’unico Paese in cui un pubblico ministero della procura ordinaria adesso è giudice della giustizia tributaria». Salvo stendere un velo di pace: «La Camera penale vivrà soltanto per questo, cioè per far comprendere ai cittadini che non è la riforma dell'avvocatura contro la magistratura o della destra contro la sinistra, no, la riforma della separazione delle carriere è la riforma per i cittadini, per il giusto processo. E non c’è giusto processo senza separazione delle carriere».
Non uno scontro frontale, dunque, non uno scontro di ideologie. Almeno nelle intenzioni. Ma che non si arrivi a questo, visto che ancora manca molto e siamo già al capitolo punzecchiature, non possiamo giurarlo.


