È stata una serata intensa e partecipata quella che si è tenuta all’Anfiteatro Rino Gaetano, nel cuore di Rossano. Un momento pubblico dedicato alle vittime di reato, ai loro diritti e ai percorsi – sociali, psicologici e giudiziari – che queste persone si trovano spesso a dover affrontare in solitudine. L’iniziativa, promossa dall’associazione Libere Donne con il sostegno del Comune di Corigliano-Rossano e del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, ha acceso i riflettori su uno dei temi più delicati e troppo spesso trascurati nel dibattito pubblico.

Le presenze istituzionali e l’importanza del confronto

Ad aprire l’incontro, i saluti istituzionali dell’assessore alle politiche sociali Marinella Grillo, cui è seguita l’introduzione di Filippo Sestito, referente dell’Arci per le politiche di antimafia sociale. L’evento ha riunito operatori del diritto, psicologi, educatori e rappresentanti del mondo dell’associazionismo, uniti dalla volontà di creare sinergie concrete per sostenere chi subisce reati e violenze, in particolare le donne.

Tra gli interventi, quello di Anna Caputo, magistrato del Foro di Castrovillari, e dell’avvocato Antonio Lomonaco, Garante regionale per le vittime. Hanno portato un contributo anche Sergio Caruso, psicologo e criminologo, e Pasqualina Florio, educatrice professionale. Presenti anche Giorgio Tricoli dell’associazione Libere Donne, e Luigina Diletto, segretaria dell’associazione VESCA.

Un sistema ancora fragile nella fase preliminare

Nel corso del dibattito è emerso con forza come il sistema italiano presenti ancora zone grigie, in particolare nella fase preliminare delle indagini. Proprio in questo frangente – quando le vittime si avvicinano per la prima volta alla giustizia – si manifestano spesso le maggiori criticità: misure di protezione insufficienti, procedure farraginose, ascolto non adeguato. Una vulnerabilità che rischia di rendere ancora più difficile la strada per chi ha già vissuto un trauma.

Dati allarmanti sulla violenza di genere

Nel contesto del confronto sono stati ricordati anche alcuni dati recenti sulla violenza di genere. Numeri che parlano chiaro: il fenomeno resta ancora diffuso e sommerso, soprattutto nei piccoli centri dove spesso le donne restano isolate, senza riferimenti certi e con scarsa fiducia nelle istituzioni. Per questo motivo, è emersa l’urgenza di fare rete, mettendo in collegamento forze dell’ordine, enti locali, magistratura, servizi sociali e realtà del volontariato. Una rete che non può essere lasciata all’improvvisazione o alla buona volontà del singolo operatore.

Testimonianze dirette: storie da Crotone e Corigliano-Rossano

Molto toccante la parte dedicata alle testimonianze. Ha moderato Fabrizia Arcuri, vittima secondaria di reato. Sono intervenute Caterina Villirillo, presidente dell’associazione Libere Donne, madre di Giuseppe Parretta ucciso a Crotone, e Maria Grazia Chiarello e Valeria D’Arca, anche loro vittime secondarie.

Le loro parole hanno mostrato la durezza del percorso affrontato da chi perde un figlio o un familiare per mano di un crimine. Donne di Crotone e di Corigliano-Rossano, accomunate da esperienze diverse ma segnate dalla stessa richiesta di ascolto, rispetto e protezione. La serata è stata arricchita dall’esibizione della scuola di danza ASD Dance Project di Morena Avena, che ha portato sul palco un momento coreografico dedicato proprio al tema della rinascita dopo il dolore.