Basta poco, oggi, per sentirsi sportivi: una giornata trascorsa a tagliare il prato, un trasloco improvvisato, qualche ora di lavori pesanti. Il corpo si muove, la fatica si fa sentire e la parola “sport” entra in scena quasi automaticamente. Eppure, tra uno sforzo occasionale e una pratica che costruisce benessere nel tempo esiste una differenza tutt’altro che trascurabile. Da questa “zona grigia” prende forma l’ultima puntata de “L’Intervista”, pensata per far chiarezza sul termine “sport” e sul ruolo dell’esercizio fisico come strumento di salute, equilibrio e benessere.

Per esplorare il tema è stato ospite dei nostri studi Attilio Chimenti, personal trainer e istruttore di sala pesi, che nel suo lavoro quotidiano incrocia storie, corpi ed esigenze diverse, accomunati però dalla ricerca del benessere psicofisico.

Il personal trainer e istruttore di sala pesi racconta come far diventare il movimento un piacere quotidiano, capace di alimentare energia, concentrazione e armonia nella vita di tutti i giorni

Che cos’è lo Sport?

Il termine “sport” affonda le sue radici nel verbo latino deportare, cioè “portar via, allontanare”. Un significato che, ancor prima di caricarsi delle ombre della storia, rimandava alla leggerezza ed al gusto di sospendere i pensieri. Non a caso questa idea ha attraversato i secoli riaffiorando nei suoi termini derivati: “disport” in inglese, “desport” in francese e “diporto” italiano, tutti uniti da un senso comune: il piacere. Ma lo sport non si esaurisce qui. A distinguerlo dal semplice movimento - comunque preferibile alla sedentarietà- entrano in gioco altri elementi, che Chimenti sottolinea con chiarezza: «Lo sport richiede costanza, struttura, disciplina. È rispetto per se stessi e, negli sport di squadra, anche per l’avversario».

L’approccio al movimento: uomini e donne a confronto Una volta chiarito cosa distingue lo sport dal semplice movimento, diventa inevitabile mettere in discussione alcuni pregiudizi che ancora ne condizionano l’accesso. Uno su tutti: l’idea che certi luoghi simbolo dell’allenamento, come le sale pesi, siano territori prevalentemente maschili e poco adatti alle donne. La realtà, osserva Chimenti, racconta altro: «Non esiste un approccio “maschile” o “femminile” allo sport. La sala pesi può accogliere chiunque e l’esperienza d’allenamento cambia in base agli obiettivi e alla personalità». In questo senso, aggiunge, «ho notato spesso nelle donne una grande capacità di lavorare ancor prima con la mente che con il corpo, ed ho assistito a risultati di grande qualità».

Muoversi, infatti, non è solo un gesto fisico: è un’esperienza che coinvolge mente ed emozioni, con benefici che vanno ben oltre la salute del corpo. «Concentrazione, endorfine, dopamina, senso di gratificazione: tutto contribuisce a migliorare umore ed equilibrio mentale», spiega.

L’offerta sportiva in Calabria

Qui in Calabria le occasioni per muoversi sono numerose. «Ho avuto modo di lavorare anche fuori regione – racconta Chimenti – e posso dire che qui le strutture non mancano. Complici un’orografia e un’idrografia variegate, credo che chiunque possa avvicinarsi a uno sport o a un’attività fisica. La chiave, nella scelta, resta sempre la passione».

Quando il cibo sembra un antagonista

In una regione che è regina del buon gusto, restare in forma può sembrare un’impresa. Come conciliare allora i piaceri della tavola con salute e benessere? A conclusione dell’intervista l’istruttore offre un consiglio semplice ma essenziale: «Ragionando con intelligenza, il cibo può diventare sia carburante sia ricompensa per se stessi. Da queste parti lasciarsi trasportare dagli eccessi è facile, ma se orientiamo le nostre scelte verso moderazione ed equilibrio, sia dal lato sportivo sia da quello nutrizionale, possiamo davvero godere di tutto senza difficoltà».