Halmi Ben Hahmoud Mselmi, il tunisino arrestato nei giorni scorsi perché sospettato di essere un terrorista islamico, ha frequentato per un breve periodo la moschea cittadina e, pure in quell’occasione, aveva finito per attirare su di sé l’attenzione degli altri fedeli, ovviamente in negativo. «Non si è mai integrato con la comunità musulmana, mostrando atteggiamenti inadeguati e molto lontani dalla nostra fede. È stato invitato ad uscire dalla moschea in qualche occasione ma, nonostante tutto, mai avremmo pensato potesse arrivare a quanto emerso dalle indagini».

Ad affermarlo sono il presidente dell’associazione musulmana di Cosenza Rende “Arahma” Mohamed Fatih e l’imam Mouktar Diakite in una nota in cui condannano con fermezza tutte le forme di terrorismo e ringraziano la Digos di Catanzaro e Cosenza per il lavoro svolto sul recente arresto del sospettato.

«Ci dispiace leggere titoli in cui si parla di terrorismo islamico – sottolineano i due – perché sono due parole che, vicine, non dovrebbero mai stare. Ricordiamo sempre che l’Islam è una religione di pace, la parola stessa ha origine nel termine pace! Dio, in nessuna scrittura rivelata all’uomo, invita ad uccidere». Fondamentale è stato l’intervento della Digos che lo ha assicurato alla giustizia, evitando succedesse il peggio. Non è sempre facile identificare il terrorismo, soprattutto per chi, la fede, la professa nel modo corretto con il solo timore di Dio e il cuore puro. Per questo ci teniamo a ringraziare la Digos di Catanzaro e Cosenza per il lavoro svolto e, come sempre, rimaniamo a disposizione collaborando al fine di evitare situazioni simili».