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Il Tribunale di Cosenza ha confermato la legittimità dell’operato del Consorzio Valle Crati, consolidando così la posizione del suo presidente Maximiliano Granata, al centro dell’ultima tornata elettiva dell’ente. Il giudice onorario, dottoressa Erminia Ceci, ha respinto la domanda presentata dal Comune di Cosenza, riconoscendo la validità degli atti adottati dal Consorzio e, soprattutto, il principio di prorogatio e il corretto funzionamento dell’ente secondo quanto previsto dallo statuto.
La causa civile di primo grado (n. r.g. 745/2024), avviata dal Comune di Cosenza, verteva sulla richiesta di convocazione dell’assemblea consortile ai sensi dell’art. 30 della Legge 142/1990. Il tribunale ha chiarito che la natura giuridica del Consorzio Valle Crati, configurato come azienda speciale consortile, ne garantisce l’autonomia organizzativa e finanziaria, disciplinando i rapporti tra enti aderenti secondo le norme di diritto privato.
La decisione ha un’importante valenza anche rispetto alla delibera n. 1 del 7 febbraio 2024, adottata in piena legittimità e finalizzata al pagamento delle quote annuali da parte degli enti consorziati. La mancata impugnazione della delibera e l’esplicita previsione statutaria della scadenza del 31 marzo per il versamento delle quote rendono chiara l’infondatezza della richiesta del Comune.
Con questa pronuncia, il Tribunale ha sancito il mancato diritto di voto per i soci morosi, principio che ha guidato l’operato del segretario consortile Salvatore Pichierri e che ha avuto un ruolo determinante nella conferma della rielezione di Granata alla Presidenza del Consorzio Valle Crati.
«Questa sentenza – ha dichiarato lo stesso Maximiliano Granata, Presidente del Consorzio Valle Crati – rappresenta una chiara affermazione della legalità e della trasparenza amministrativa. È stata riconosciuta la correttezza dell’intero processo e degli atti adottati, nel rispetto pieno dello Statuto. Ringrazio l’avvocato Oreste Morcavallo, che ha svolto una difesa impeccabile e che considero tra i migliori giuristi amministrativi a livello nazionale». La decisione prevede, infine, la condanna del Comune di Cosenza al pagamento delle spese di lite, quantificate in oltre 5.800 euro, oltre accessori di legge.