Sono passati oltre 70 anni da quel 1º febbraio 1952, quando il nonno di Nuccio Caffo, Sebastiano, metteva per la prima volta piede a Limbadi in Calabria, per vedere una piccola distilleria a fuoco diretto, ferma da qualche tempo, di proprietà di un suo conoscente, il signor Biondi di Gravina di Catania. Negli anni del dopoguerra, insieme a due dei suoi fratelli, aveva deciso di ampliare l’attività avviata dal padre Giuseppe a S. Venerina (Catania) già a fine ‘800 e dopo aver valutato altre ipotesi in Sicilia, quella di spostarsi al “continente” fu ritenuta la più valida anche se la più difficile. Furono anni di duro lavoro, che comportarono grandi cambiamenti e sacrifici per l’azienda e per la famiglia Caffo. La scelta fatta 70 anni fa dai fratelli Caffo, rappresenta la base di quello che vediamo oggi.

All’inizio la produzione del Vecchio Amaro del Capo era di poche bottiglie, per lo più vendute tra Capo Vaticano e Tropea. Siamo negli anni ‘70 le due splendide località hanno fatto da “vetrina” all’amaro. Con gli anni, il Vecchio Amaro del Capo è diventato icona e simbolo della Calabria intera. (continua a leggere l’articolo su lacnews24.it)