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Era stato lui a segnare il gol vittoria contro l’Argentina, alla finalissima dei mondiali di Italia ’90. Il punto più alto della carriera di Andreas “Andy” Brehme, campionissimo tedesco e colonna dell’Inter dei record morto oggi all’età di 63 anni. Gli è stato fatale un arresto cardiaco, nonostante l’immediato ricovero in clinica e l’intervento dei medici che hanno tentato di salvargli la vita, purtroppo invano. Lascia la compagna Susanne Schaefer e due figli adulti avuti dal precedente matrimonio con Pilar.
A cavallo degli anni Ottanta e Novanta è stato uno dei terzini sinistri più forti della sua epoca. Kaiserslautern e Bayern Monaco le squadre che hanno segnato la sua ascesa in patria, con un titolo nazionale e una supercoppa tedesca vinte nella stagione 86/87. E’ il prologo al suo approdo a Milano, sponda nerazzurra, dove arriva su “segnalazione” dell’amico Lothar Matthaus, colonna portante dell’Inter di Giovanni Trapattoni.
Vestirà la maglia numero 3 in quella formazione che ancora oggi gli appassionati declinano a memoria: Zenga, Bergomi, Brehme, Matteoli, Ferri, Mandorlini, Bianchi, Berti, Diaz, Matthaus, Nel 1988-89 vince lo scudetto, un traguardo a cui negli anni successivi aggiungerà una Supercoppa italiana e una Coppa UEFA. Lascia l’Inter nel 1992, con un bilancio di 116 presenze e 11 gol. Dopo una parentesi spagnola al Real Saragozza, torna al Kaiserslautern per altre cinque stagioni e dopo un’esperienza in seconda divisione, chiude la carriera da calciatore e avvia quella da allenatore guidando il Kaiserslautern, l’Unterhaching e, come vice di Giovanni Trapattoni, lo Stoccarda.
Con la maglia della Nazionale tedesca ha disputato tre campionati d’Europa (Francia 1984, Germania Ovest 1988 e Svezia 1992), venendo inserito nella formazione ideale delle edizioni 1984 e 1992, e altrettanti campionati del mondo (Messico 1986, Italia 1990 e Stati Uniti 1994), entrando nell’All-Star Team della vittoriosa edizione 1990, in cui ha realizzato, su calcio di rigore, il gol che ha deciso la finale contro l’Argentina. Nello stesso anno si è classificato terzo nella corsa al Pallone d’oro. Ha inoltre partecipato ai Giochi di Los Angeles 1984 con la nazionale olimpica.