La storia recente del Cosenza calcio è fatta di gioie e dolori. Oggi la società rossoblù festeggia 110 anni vissuti tra alti e bassi. Una storia, quella dei Lupi, che si è contraddistinta da molti avvenimenti che hanno segnato la vita del club. Momenti dove i tifosi, nel bene o nel male, hanno versate lacrime. A volte per una vittoria, altre per fallimenti sportivi, altre ancora per decessi prematuri.

Il nostro racconto, senza dubbio, parte con un evento che ancora oggi viene ricordato da chi è in vita. La vittoria del campionato di serie C. In panchina c’è Gianni Di Marzio, il presidente è l’avvocato “DonPeppino Carratelli. La cavalcata è magica, grazie alle prodezze di Padovano, Bergamini e tanti altri. La promozione in serie B diventa realtà. Ma qualche mese più tardi arriva la tragica scomparsa di Denis Bergamini, morto a Roseto Capo Spulico. Siamo nel 1989.

Passano gli anni e il Cosenza calcio, sempre in serie B, è protagonista dello spareggio salvezza a Pescara. La rete di Gigi Marulla fa esplodere lo stadio e condanna la Salernitana alla retrocessione in serie C. Ancora il Cosenza calcio in prima pagina quando alcune stagioni dopo riesce a salvarsi con Zaccheroni in panchina nonostante una penalizzazione importante (-9 in classifica). Ci si avvicina però al ritorno in serie C: è l’anno di Scoglio e De Biasi. Un’annata drammatica, calcisticamente parlando. Ma l’anno successivo la società dell’epoca, guidata da Pagliuso, centra la promozione con Sonzogni in panchina. Una squadra trascinata dalle giocate del giovane Morrone e da Margiotta e Tatti. Quest’ultimo timbra il successo al “San Paolo” di Napoli contro i partenopei nella stagione 1998/1999. Un match dove i Lupi erano partiti male, ma capaci di rimontare con Riccio e l’attaccante sardo, nonostante poi l’inferiorità numerica per circa un’ora. Sempre con Riccio il Cosenza finisce in prima pagina per la splendida rovesciata all’Olimpico di Roma contro la Lazio, nella sfida di Coppa Italia.

Si passa poi al nuovo secolo, il secondo dell’inferno. Prima arriva l’arresto del patron Pagliuso, poi la retrocessione e il fallimento. Il Cosenza è costretto a ripartire dai dilettanti da cui uscirà diversi anni dopo con la storica doppia promozione del trio Paletta-Mirabelli-Toscano, club che in precedenza rappresentava il Rende. Il Cosenza vince prima il campionato di serie D e poi la Seconda divisione. Nel mezzo avviene la rissa a Norcia tra i tifosi del Cosenza e quelli del Siena prima che le due formazioni scendessero in campo per un test amichevole. Giunge però un nuovo fallimento e si riparte dal presidente Guarascio. Storia nota quella dell’imprenditore originario di Parenti che porterà il Cosenza di nuovo tra i professionisti, prima con il ripescaggio in Lega Pro e poi con la vittoria playoff a Pescara contro il Siena. Senza dimenticare la riammissione in serie B a seguito della scomparsa del Chievo Verona.

Il grande dolore, facendo un passo indietro, è senza dubbio la morte di Gigi Marulla. La bandiera del calcio cosentino deceduto il 19 luglio del 2015 a Cetraro a causa di un malore. Marulla come Massimiliano Catena e Bergamini, giocatori che rimarranno per sempre nella memoria e nella storia silana.