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l presidente Figc: “Non abbiamo potuto dimostrare tutto quello che è stato fatto in fase di preparazione”. Il tecnico azzurro: “Io primo responsabile, ma resto e non torno indietro” “C’è la consapevolezza di non poter mancare l’appuntamento con il prossimo Mondiale. Poi dobbiamo sempre fare i conti con la realtà, nessuno di noi è in grado di garantire un risultato se non attraverso l’impegno. Dal 2018 la scelta della Federazione sui vivai è sempre stata di finanziare tutta l’attività di base. Dobbiamo allargare la base dei selezionabili, tra 60 giorni approcciamo la Nations League che ha grande importanza a livello di ranking”, le parole di Gravina.
“Questi sono i calciatori che abbiamo, siamo un po’ più lontani rispetto agli obiettivi che ci eravamo posti ma non ci si può arrendere -sottolinea il numero uno del calcio italiano-. Dobbiamo sensibilizzare al meglio e tirare fuori il meglio da questi ragazzi. Sappiamo che sarebbe un disastro inimmaginabile non centrare la qualificazione per la terza volta di fila”. “Ricandidarmi alla presidenza della Figc? E’ assolutamente prematuro dirlo, non mi sono soffermato sulla voglia e sull’entusiasmo di continuare questo percorso che è molto impegnativo”, ha poi detto. “I ragazzi erano mortificati, dispiaciuti, delusi come lo siamo noi e tutti i tifosi italiani, la delusione più grande è che non sono riusciti a dimostrare quanto hanno lavorato. Sono deluso dalla prestazione sì, ma non dai ragazzi, sono il bagaglio sul quale dobbiamo insistere”, ha poi commentato sul ko di ieri con la Svizzera.
E ancora: “I ragazzi delle selezioni giovanili hanno zero presenze, non c’è valorizzazione. Abbiamo rilanciato le seconde squadre ma abbiamo delle squadre Primavera col 100% di stranieri. Abbiamo un patrimonio di talenti di valore ma la ricerca della massimizzazione del risultato non permette di avere pazienza sulla loro valorizzazione. L’Under 17 che vince 3-0 col Portogallo fa capire che hai ragazzi straordinari. Ma a volte non giocano nemmeno nel campionato Primavera”, spiega. “Sono quello che ha più responsabilità, ma è un giochino che non faccio quello di tornare indietro, nella mia vita sono sempre stato attento a quello che devo fare successivamente, indietro non ci posso tornare, è chiaro che per quello che si è visto qualche cosa ho sbagliato, ho tentato di ringiovanire un po’ la squadra, siccome rimango qui, in futuro sarà fatto ancora di più”, dice quindi il commissario tecnico della Nazionale, Luciano Spalletti.
“E’ chiaro – ha continuato – che il miglior Spalletti non si è visto, leggo che ho alzato troppo i toni, che ho individuato degli esempi da seguire, ma la mia vita è così, il mio impegno sarà ovviamente totale, con le esperienze fatte e maggiori conoscenze”. E ancora: “Bisogna anche essere onesti, io sono entrato e c’era subito un’emergenza di risultati. Siamo stati bravi fino a un certo punto, poi non siamo riusciti a crescere in questo percorso e ieri si è fatto un passo indietro inaccettabile”. “Siamo tornati a zero. Tenterò di ringiovanire la rosa per ricreare il prima possibile un gruppo. La gestione di alcune cose, come leader e mancanza di personalità, non mi hanno dato le risposte che cercavo. Dobbiamo creare dal basso un altro futuro più giovane. Calciatori a livello di Chiellini o Bonucci è difficile trovarli. Ma è giusto dare spazio a gente di personalità come Calafiori”, dice ancora il commissario tecnico azzurro.