di Alfredo Antoniozzi*

La nascita del policlinico universitario a Rende è un fatto positivo. Che segue l'istituzione della facoltà di medicina merito della Regione e del rettore Nicola Leone. Detto questo è necessario che si possa prevedere un rilancio dell'Annunziata e la sua permanenza come ospedale hub. Sia in termini curativi sia per la valorizzazione urbanistica del capoluogo. Da troppo tempo lo sviluppo è passato verso nord e questo ha penalizzato Cosenza e il suo hinterland. A Leone avevo chiesto tempo fa di poter procedere con il distaccamento di una facoltà umanistica nel centro storico di Cosenza, cosa ancora attuale e possibile. Ragionare in termini di città unica significa considerare le necessità e i bisogni del capoluogo e di quell'area che arriva fino al Savuto.

Non è campanilismo becero. Gli interessi economici e sociali sono bisogni legittimi. E insieme ad essi quelli identitari. Cosenza non può essere periferia, ne assistere a un disequilibrio che si fa sempre più evidente. E che ha come causa principale le politiche urbanistiche e le scelte operate decenni fa. Con il nuovo rettore e con l'impegno della Regione è possibile avviare una concertazione che guardi a riparare i disequilibri. In questo senso i sindaci di Rende e degli altri comuni sono chiamati a collaborare evitando di chiudersi in egoismi che non servono a niente.

Armonizzare il territorio è possibile se si spinge per scelte che rendano l'intero asse urbano equilibrato. Tutto il contrario della politica del campanile. Si può crescere insieme mettendo però come obiettivo il riequilibrio delle aree centrali. Lo dobbiamo alla storia di Cosenza e alla sua tradizione culturale e civile che ha pochi eguali nel Mezzogiorno.

*Vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera