AMMINISTRATIVE 2016 | Messaggio a Renzi, consegni il Pd di Cosenza ai giovani
Perfino il Pd di Isernia ha fatto meglio di quello cosentino. Ecco i motivi della disfatta: un progetto non credibile e una classe dirigente che ha portato nel marasma generale un partito che ora ha bisogno di facce nuove per proporsi agli elettori con un programma serio. Nel marasma generale il Pd di Cosenza colleziona un altro
Perfino il Pd di Isernia ha fatto meglio di quello cosentino. Ecco i motivi della disfatta: un progetto non credibile e una classe dirigente che ha portato nel marasma generale un partito che ora ha bisogno di facce nuove per proporsi agli elettori con un programma serio.
Nel marasma generale il Pd di Cosenza colleziona un altro record negativo: le elezioni comunali certificano la percentuale più bassa d’Italia (6,99%), meno anche di Isernia dove i colleghi molisani sono riusciti a prendere almeno l’8,43%. Un dato disastroso che sconquassa un partito che in terra bruzia, nonostante abbia preso tre consiglieri comunali più il candidato a sindaco Carlo Guccione (che tuttavia dovrebbe rinunciare per mantenere il posto in Consiglio regionale, facendo spazio al primo dei non eletti), ha dimostrato di non avere né capo né coda. Nel 2011 con Salvatore Perugini candidato a sindaco, il Pd ottenne 512 preferenze in più. Senza contare che il voto disgiunto ha penalizzato fortemente Guccione che rispetto alle liste ha preso circa 3mila consensi in meno, finiti equamente a Mario Occhiuto e Valerio Formisani.
Ernesto Magorno, invece, sembra vivere sulla luna e in una nota confessa di aver riflettuto a lungo sul dato cosentino e propone di affidare il congresso straordinario del Pd a Carlo Guccione che, secondo noi, è il meno colpevole di tutti ma rimane sempre il candidato sonoramente sconfitto. Ebbene, l’ex sindaco di Diamante -che quando vestiva la fascia tricolore lavorava «24 ore al giorno» – ignaro forse che la vecchia classe politica sia stata bocciata dai cosentini, pensa di trovare la soluzione rimanendo nel suo orticello che da Lamezia Terme a Roma è frequentato da coloro i quali hanno distrutto un partito che, senza una vera rivoluzione dirigenziale, rischia di scomparire totalmente dal panorama politico locale. Il prossimo banco di prova sarà il Referendum di ottobre ma già ora si sente aria di sconfitta. Sarà un voto contro Renzi e contro la Boschi, il che comporterebbe – a sentire le loro parole – il ritiro delle truppe dal fronte di guerra, in attesa delle nuove elezioni Politiche nel 2017. Se è questo il Pd che deve convincere i cosentini a votare “Sì” allora il Pd stesso è destinato ad altre pessime figure.
Quando si tocca il fondo, però, ci si può rialzare solo se vengono rimosse le cariche dirigenziali. Matteo Renzi – come scrive il corrieredellacalabria.it – è intenzionato a commissariare il Pd di Cosenza. Se valutasse invece la possibilità di consegnare il partito ai giovani, da scegliere tra uno degli iscritti ai Gd, darebbe seguito alla tanto sbandierata rottamazione. Il Pd di oggi ha portato nelle piazze tutta la sua arroganza e incapacità di condurre una campagna elettorale parlando un giorno sì e l’altro pure dei debiti personali di Occhiuto e paventando nuovi lavori in piazza Bilotti quando i commercianti non vedono l’ora che l’opera venga completata al più presto. Il Pd del futuro dovrà essere umile e proporre nuove idee. Dovrà essere un partito che non chiami a sé personaggi assetati di potere e incarichi e soprattutto dovrà ritornare tra la gente con volti nuovi a chiedere un voto, come diceva Matteo Zunino, per le nuove generazioni perché la vecchia classe politica ha imbarcato solo acqua in una nave ormai sul punto di affondare. Dovrà essere un partito, infine, che proponga progetti seri e non come quello attuale che mostra la realizzazione in 3D del nuovo ospedale a Vaglio Lise senza specificare se la Motorizzazione civile sarà demolita o se la strada sarà cancellata e con essa la stazione di servizio che attualmente divide i due sensi di marcia in viale Busento. Insomma, il Pd di domani dovrà essere semplicemente credibile. (a. a.)