giovedì,Marzo 28 2024

«Vi racconto la vera storia del Ponte di Calatrava…»

– di Carlo Guccione* Fu il sindaco di Cosenza, Giacomo Mancini, che nel 1999 ideò il progetto di riqualificazione dell’area più degradata di Cosenza: la zona di Gergeri. Nell’ambito di questa grande opera di riqualificazione affidò la progettazione del ponte sul fiume Crati all’architetto e ingegnere Santiago Calatrava e nel contempo spostò l’intera comunità rom

«Vi racconto la vera storia del Ponte di Calatrava…»

– di Carlo Guccione*

Fu il sindaco di Cosenza, Giacomo Mancini, che nel 1999 ideò il progetto di riqualificazione dell’area più degradata di Cosenza: la zona di Gergeri. Nell’ambito di questa grande opera di riqualificazione affidò la progettazione del ponte sul fiume Crati all’architetto e ingegnere Santiago Calatrava e nel contempo spostò l’intera comunità rom da Gergeri al villaggio di via degli Stadi per poter avviare tutte le altre iniziative e la ripresa sociale e urbanistica di questa importante zona di Cosenza. Questa è una prima verità. 

Quattro amministrazioni si sono succedute nel corso del tempo. Il sindaco Mario Occhiuto, nel 2011, si trovò con un progetto già pronto in tasca, i cantieri in corso d’opera e ha impiegato sette anni per il completamento del ponte di Calatrava. Oggi raccoglie i meriti di un’opera che venne affidata ufficialmente, a gennaio del 2000, all’architetto Santiago Calatrava e i lavori dei cantieri vennero avviati il 10 ottobre 2008 con il sindaco dell’epoca Salvatore Perugini. 

Ecco tutti gli atti e le delibere che hanno determinato la realizzazione di un ponte sul fiume Crati nella zona Gergeri della città di Cosenza. Un ponte nato utilizzando i fondi ex Gescal – Gestione Case per i Lavoratori – che sarebbero serviti a dare una casa a centinaia di famiglie in difficoltà in una città in cui l’emergenza abitativa è tra le più alte d’Italia. 

Nel 1999 con delibera del consiglio comunale della città di Cosenza l’intervento del ponte sul fiume Crati è inserito nel programma Pru (Programma di Recupero Urbano) al fine di beneficiare di un cofinanziamento regionale. Giacomo Mancini nel corso della sua sindacatura, dal 1993 al 2002, affida la progettazione del ponte sul fiume Crati all’architetto Calatrava e reperisce poi i fondi per finanziare l’opera.

Il sindaco Eva Catizone nel 2005 approva, in via definitiva, il PRU che contiene la realizzazione del finanziamento del ponte sul fiume Crati e stipula l’Accordo di programma con la Regione Calabria (Chiaravalloti presidente). Il progetto preliminare viene approvato per un importo di 15 milioni, di cui 10 milioni dal PRU (Programma Recupero Urbano) e 5 milioni dai fondi PSU (Programma di Sviluppo Urbano).

Dal 2006 al 2011 tocca invece a Salvatore Perugini approvare il progetto esecutivo, indire la gara per la realizzazione del ponte sul fiume Crati. Nel 2008 la ditta Cimolai Spa di Pordenone si aggiudica i lavori e viene avviata la cantierizzazione dell’opera. I lavori vengono consegnati alla ditta il 10 ottobre 2008. Ma il ritrovamento di vari depositi di rifiuti ed eternit ferma da subito il cantiere. Le indagini del terreno per accertare eventuali contaminazioni, la bonifica dell’area e un’inchiesta in corso fanno slittare i lavori nella città di Cosenza, ma nei cantieri della Cimolai è comunque in corso la realizzazione dei pezzi d’opera. Lavori dunque già avviati che si concludono oggi dopo sette anni. 

Il sindaco architetto Mario Occhiuto è stato dunque un buon direttore dei lavori: si è trovato un cantiere già avviato e ha impiegato “solo” sette anni per realizzare il ponte,   non facendo nulla per le altre opere che erano comprese nel Progetto PRU. Nei suoi sette anni di sindacatura si è “prodigato” a pagare le prestazioni professionali all’architetto Calatrava e gli stati di avanzamento all’impresa Cimolai Spa.

Nel frattempo Occhiuto con un Piano strutturale comunale (Psc) farlocco ha spostato su quell’area centinaia di migliaia di metri cubi edificatori che vanno a modificare il progetto originario del Programma di Recupero Urbano (PRU) che doveva riqualificare da un punto di vista urbanistico e sociale un’area fortemente degradata. Il ponte di Calatrava rappresenta solo un segmento di un grande progetto di recupero dell’area di Gergeri.

Inoltre riteniamo che qualcuno debba chiarire come sia stato possibile utilizzare i fondi ex Gescal (Gestione Case per i Lavoratori) per finanziare il ponte di Calatrava. Ben dieci milioni che dovevano servire all’edilizia sovvenzionata e convenzionata sono stati dirottati per la realizzazione del ponte sul fiume Crati e per pagare le parcelle milionarie all’architetto Santiago Calatrava.

Si spenderanno oltre 130mila euro per inaugurare un’opera che a quanto pare deve piacere per forza. Altrimenti vieni additato tra gli odiatori. E non importa se il resto della città cade a pezzi, se il centro storico è abbandonato a se stesso e i servizi, come l’erogazione idrica, sono pessimi.

La città continua a perdere abitanti ma domani è il grande giorno: arriverà l’architetto spagnolo Calatrava che presentò il plastico del progetto, nel maggio del 2000, insieme a Giacomo Mancini. All’epoca incontrò studenti, docenti e universitari. Vennero evitate in quegli anni le manie di grandezza. E oggi ricostruiamo con atti e delibere la nascita di questo ponte che lascia però molti punti oscuri.

Non è in discussione la valenza architettonica del ponte ed è sbagliato dividersi tra pro e contro l’opera, ma il rischio oggettivo è che se rimane solo questa infrastruttura nell’area di Gergeri questo piano strutturale sarà oggetto di una speculazione edilizia selvaggia che modificherà in profondità l’idea e il progetto originario che prevedeva il recupero di questa parte della città di Cosenza. Ecco perché al momento da molti questa opera viene vista come una cattedrale del deserto.

Occhiuto è stato bravo a realizzare la città pensata e voluta negli anni duemila dal sindaco Giacomo Mancini. Si è trovato al suo insediamento un appalto già in essere e ha impiegato sette anni per realizzarlo. Questi sono i fatti, tutto il resto è un tentativo maldestro di intestarsi qualcosa che non gli appartiene. 

*consigliere regionale del Pd e consigliere comunale de “La Grande Cosenza”

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