Sequestrata un’area del Raganello. I sindaci: «Noi senza mezzi»
Il procuratore capo Eugenio Facciolla ha disposto il sequestro di un’area, teatro dell’incidente che ha travolto e ucciso 10 escursionisti, a causa della piena del torrente Raganello nei comuni di San Lorenzo Bellizzi e Civita, entrambi facenti parti del Parco nazionale del Pollino. Intanto, i sindaci di Civita, Francavilla Marittima, Cerchiara e San Lorenzo Bellizzi,
Il procuratore capo Eugenio Facciolla ha disposto il sequestro di un’area, teatro dell’incidente che ha travolto e ucciso 10 escursionisti, a causa della piena del torrente Raganello nei comuni di San Lorenzo Bellizzi e Civita, entrambi facenti parti del Parco nazionale del Pollino.
Intanto, i sindaci di Civita, Francavilla Marittima, Cerchiara e San Lorenzo Bellizzi, esprimono il loro «dolore per le vittime ed il sentito cordoglio per le famiglie segnate da questa tragedia. Per rispetto del dramma patito sulla propria pelle da decine di famiglie, abbiamo sin qui inteso coltivare silenzio e rispetto. Ci dispiace constatare, non senza amarezza, che qualcuno, nonostante il ruolo istituzionale ricoperto, abbia preferito altra strada, ergendosi a giudice e allontanando da sé ogni eventuale responsabilità per addossarle interamente ai Comuni».
Il mancato regolamento sulla fruizione delle gole del Raganello continua a far discutere: «Sia chiaro: se colpe vi sono, devono essere perseguite fino in fondo. Riteniamo di aver sempre fatto fino in fondo il nostro dovere: per questo, sin dal primo istante, abbiamo offerto la nostra piena collaborazione alla magistratura inquirente, l’unica titolata a far luce sull’accaduto. I primi a volere certezze siamo noi: lo si deve a tante famiglie ed all’Italia intera. Ma in un Paese in cui molte volte lo scaricabarile è servito solo ad individuare capri espiatori ed a tenere nascosta la verità, crediamo sia doveroso evitare che questo schema si ripeta anche per quanto accaduto a Civita».
«Si sostiene che prestando attenzione al meteo, ed in particolare all’avviso di allerta gialla, sarebbe stato possibile prevenire quanto verificatosi», affermano i quattro sindaci. «Ci rimettiamo, una volta ancora, alle indagini ed alle valutazioni della magistratura. E’ però opportuno sottolineare che il richiamare questo dato sembra, una volta ancora, solo una comoda giustificazione, che non tiene conto della realtà dei fatti». E ancora: «Nel corso del 2018 decine sono state le volte in cui l’allerta gialla è stata diramata, peraltro senza una specifica indicazione del territorio riguardato da possibili ma non certe avversità metereologiche, ma in riferimento ad ambiti territoriali il più delle volte, quasi sempre, coincidenti con l’intera regione».
«Con l’allerta gialla – evidenziano i quattro primi cittadini – si indica uno scenario caratterizzato, per definizione, da elevata incertezza previsionale, localizzati ma senza specifica indicazione dei luoghi interessati». Aspetto che Cosenza Channel ha già affrontato questa mattina in un articolo. «In attesa di ricevere i dati ufficiali già richiesti relativi alle registrazioni effettuate dalla stazione pluviometrica di Cerchiara, da informazioni in nostro possesso sembra che quel giorno neppure un millimetro di pioggia sia caduto tra Civita e Cerchiara».
«Viviamo in una regione in cui il responsabile della Protezione Civile regionale lavora in condizioni difficili, pari alle nostre, al punto che in più circostanze ha manifestato la volontà di dimettersi per mancanza di risorse e mezzi. Nei Comuni è anche peggio: sui sindaci vengono scaricate tante responsabilità, ma di uomini e mezzi non se ne vedono, di finanziamenti neppure a parlarne, sebbene negli ultimi anni tanto si sia cercato di fare, anche pesando sui bilanci municipali e con l’aiuto fondamentale delle associazioni di volontariato, per poter guadagnare in efficienza ed efficacia, per quanto possibile».
«Per una volta, si rifugga dallo schema dello scaricabarile per una seria e compiuta riflessione sulla funzionalità del sistema: trovare capri espiatori è facile e pure rapido, ma la verità, quella che si deve ad un Paese intero ed a tante famiglie, è tutt’altra cosa», conclude la nota dei sindaci.