Cetraro, Franco Muto lascia il carcere. Il Pd “chiama” Bonafede
Il “Re del pesce” lascia il carcere per avanzati limiti d’età. Lo rendono noto gli avvocati Luigi Gullo e Nicola Guerrera, dopo la decisione del tribunale della Libertà di Catanzaro, in sede di appello, di accogliere la richiesta dei legali di fiducia. Franco Muto, dunque, torna a a Cetraro dove sconterà la pena di 7
Il “Re del pesce” lascia il carcere per avanzati limiti d’età. Lo rendono noto gli avvocati Luigi Gullo e Nicola Guerrera, dopo la decisione del tribunale della Libertà di Catanzaro, in sede di appello, di accogliere la richiesta dei legali di fiducia. Franco Muto, dunque, torna a a Cetraro dove sconterà la pena di 7 anni per intestazione fittizia di beni aggravata dall’articolo sette e legata alla storia della Jeep che la Dda di Catanzaro, su richiesta della Finanza, aveva prima sequestrato e poi confiscato. Auto poi dissequestrata dalla Cassazione.
Nel processo “Frontiera“, però, lo storico boss di Cetraro, Franco Muto aveva ottenuto una sentenza di assoluzione per l’accusa di associazione mafiosa, perché i giudici collegiali del tribunale di Paola ritengono che il comando del “Locale di ‘ndrangheta” sia passato nelle mani del figlio Luigi, condannato in abbreviato sempre nell’ambito dello stesso procedimento penale. Tuttavia, la notizia della scarcerazione di Franco Muto – pubblicata in anteprima dalla Gazzetta del Sud – ha lasciato di stucco il mondo della politica. Tra questi, il commissario regionale del Pd calabrese, Stefano Graziano che in una nota ha chiesto l’intervento del ministro Alfonso Bonafede.