Le “cantate” di Celestino Abbruzzese inguaiano i fratelli sull’omicidio Bruni
L’operazione antimafia “Testa del Serpente”, coordinata stamane dalla Dda di Catanzaro, rivela un altro scenario sull’omicidio di Luca Bruni, l’ultimo boss della famiglia “Bella bella”, ucciso da Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti nel 2012 a Castrolibero. Grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Celestino Abbruzzese – meglio conosciuto come Claudio o “Micetto” – i magistrati
L’operazione antimafia “Testa del Serpente”, coordinata stamane dalla Dda di Catanzaro, rivela un altro scenario sull’omicidio di Luca Bruni, l’ultimo boss della famiglia “Bella bella”, ucciso da Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti nel 2012 a Castrolibero. Grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Celestino Abbruzzese – meglio conosciuto come Claudio o “Micetto” – i magistrati antimafia hanno scoperto che la famiglia Abbruzzese avrebbe partecipato direttamente all’esecuzione del fratello di Michele Bruni. Le parole di Celestino Abbruzzese infatti inguaiano soprattutto Marco Abbruzzese, detto lo “struzzo”, che secondo il racconto del pentito era sulla scena del delitto. Dichiarazioni importanti, dunque, rispetto a un fatto di sangue che sembrava chiuso dopo le condanne di Franco Bruzzese, Maurizio Rango, Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti.
La collaborazione dell’ex narcotrafficante di Cosenza Vecchia ha inferto un duro colpo al clan “Rango-zingari”. Grazie alle sue “cantate”, oggi la Dda di Catanzaro ferma 18 persone a Cosenza. Racconti di malavita che vanno dallo spaccio di droga alle estorsioni commesse ai danni dei commercianti e imprenditori della città di Cosenza. Tra gli indagati, infine, anche un poliziotto della Questura di Cosenza che avrebbe confidato a Celestino Abbruzzese il pentimento di Marco Paura, condannato nel processo “Job Center”. Una collaborazione con la giustizia piena e credibile, secondo i magistrati, che in futuro potrebbe regalare colpi di scena anche sui temi dei grandi appalti pubblici nell’area urbana cosentina.
Le persone fermate dalla Dda di Catanzaro
Il decreto di fermo di indiziato di delitto riguarda Roberto Porcaro, ritenuto uno dei capi della cosca “Lanzino” di Cosenza e recentemente assolto in secondo grado nel processo sulla morte di Luca Bruni, Luigi Abbruzzese, Marco Abbruzzese, Nicola Abbruzzese e Francesco Abbruzzese, ritenuti i vertici della cosca “Rango-zingari” di Cosenza, nonché fratelli di Celestino Abbruzzese, Danilo Turboli, Alberto Turboli, Andrea Greco, Carlo Drago, Antonio Marotta, Francesco Casella, Domenico Celebre, Giovanni Drago, Silvia Guido, Andrea D’Elia, Pasquale Germano, Franco Abbruzzese detto “brezza”, Antonio Bevilacqua, Antonio Colasuonno, Claudio Alushi e Adamo Attento.