Quarantena, come funziona in Cina (VIDEO)
Da giorni i calabresi fanno a gara a chi propone misure più restrittive per arginare la diffusione del contagio, spaventati soprattutto da coloro che, pur provenendo dalle regioni più colpite dal virus, non si sono messi in quarantena. Critiche al Governo, reputato troppo permissivo in alcuni casi, e appelli all’intervento dell’esercito nelle strade si susseguono
Da giorni i calabresi fanno a gara a chi propone misure più restrittive per arginare la diffusione del contagio, spaventati soprattutto da coloro che, pur provenendo dalle regioni più colpite dal virus, non si sono messi in quarantena. Critiche al Governo, reputato troppo permissivo in alcuni casi, e appelli all’intervento dell’esercito nelle strade si susseguono senza sosta. Ma come sta affrontando l’emergenza coronavirus uno Stato ben più autoritario del nostro? Quali le conseguenze nella vita di tutti i giorni per i cittadini? Una risposta a queste domande arriva da Sébastien Le Belzic e il suo documentario “Coronavirus: The Beijing Quarantine Diaries” (Coronavirus: Diari della quarantena a Pechino).
Le Belzic, docente universitario e corrispondente dalla Cina da quindici anni, è un reporter francese che vive a Pechino. Nella sua carriera ha collaborato con testate come Le Monde, JDD, L’Express, Europe1, scritto romanzi, realizzato video reportage per i tedeschi della Zdf. Nel suo ultimo lavoro per il portale francotedesco Arte ha raccontato come la quarantena abbia progressivamente cambiato la quotidianità nella capitale cinese e mostrato con la forza delle immagini la realtà che chi abita a Pechino si trova ad affrontare. Controlli a tappeto nei quartieri, strade barricate, app per monitorare gli spostamenti delle persone: uno scenario ancora più spettrale di quello che l’Italia sta vivendo e che il comportamento responsabile da parte di tutti potrebbe ancora scongiurare.
Il video sulla Cina in quarantena dura poco più di mezz’ora. Su Youtube è possibile vedere il reportage originale in lingua francese con sottotitoli in inglese. Per chi non avesse dimestichezza con le lingue straniere, però, Arte ha messo a disposizione anche il documentario con sottotitoli in italiano. Lo potete trovare cliccando qui.