Il bollettino della Protezione Civile Nazionale parla chiaro. Ieri i casi dei nuovi positivi si sono dimezzati rispetto al giorno precedente. Un dato che deve essere analizzato, confrontandolo con quello dei tamponi effettuati: ieri 1.500 in meno rispetto al giorno prima (LEGGI QUI I DATI DI IERI). Possiamo dare due letture dei numeri: la prima, è che ieri ci sono stati meno casi gravi; la seconda, è che i tamponi potrebbero essere terminati. In entrambi i casi, c’è poco da rallegrarsi, visto che siamo ancora nel pieno dell’emergenza coronavirus.

Qualcuno infatti sentendo i dati che ogni giorno vengono comunicati agli organi d’informazione, e resi noti agli italiani, potrebbe abbassare i livelli di guardia, pensando bene di non rispettare le misure anti-contagio, adottate dal Governo nelle scorse settimane. Chi pensa questo, è fuori strada (e rischia denunce e multe). L’attuale diminuzione dei contagi è un dato parziale, seppur rilevante, che può avere un valore se dura nel tempo. Non bastano due-tre giorni positivi, per esultare e cantare vittoria. L’emergenza coronavirus ce la porteremo dietro ancora a lungo. La ripresa non sarà facile, anzi.

Coronavirus, le indicazioni del comitato scientifico

In un articolo di oggi, il Corriere della Sera illustra un possibile calendario che il comitato scientifico avrebbe stilato per annullare gradualmente le misure varate in questo mese e mezzo di emergenza sanitaria. Innanzitutto i divieti saranno prorogati almeno fino al 18 aprile, quindi dopo Pasqua. Poi un po’ alla volta, il Governo deciderà di riaprire le fabbriche non essenziali, quelle chiuse in uno degli ultimi DPCM, fino a una completa ripresa che avverrà, verosimilmente, alla fine del mese di maggio. Ad una condizione: che la curva epidemiologica cali e che gli italiani rispettino sempre le misure anti-contagio.

Il comitato scientifico teme che possa esserci una ripresa dell’epidemia se ai “positivi” non saranno impartite delle regole ferree da osservare, senza se e senza ma. Al termine della quarantena obbligatoria, le regole non cambieranno. Rimarrà la distanza di almeno un metro e l’uso delle mascherine. Questo perché il virus potrebbe ritornare a contagiare come prima, o peggio di prima. Scenario che nessuno vuole che si ripeta, visto che il Governo dovrà prendere in considerazione anche il fatto che le aziende dovranno riattivare la produzione e, si spera, tornare ad assumere, con l’aiuto dello Stato. In sostanza, le ultime attività commerciali a riaprire saranno i negozi, i bar, i pub e i ristoranti.

Infine, le scuole e il calcio. Nel primo caso ormai sembra assodato che gli studenti torneranno a sedere sui banchi di scuola da settembre in poi (se tutto va bene). Non ci sono indicazioni del ministero della Pubblica Istruzione sul fatto che l’attività scolastica possa tornare alla normalità a maggio. Per quanto riguarda il mondo del pallone, la situazione è sempre più critica. Mancano ancora tante giornate alla fine del campionato e l’idea di riprendere i campionati a giugno/luglio, stravolgerebbe tutto il programma non solo dell’Italia, ma anche delle altre federazioni calcistiche (e degli altri sport). La possibilità che venga annullata la stagione in corso è probabile. Vedremo cosa accadrà.