Strage di Cassano, il pg Di Maio: «Ergastolo per Donato e Campilongo»
La procura generale di Catanzaro chiede la confema dell'ergastolo per Donato e Campilongo, accusati di aver partecipato alla strage di Cassano.
Strage di Cassano, atto secondo. E’ entrato nel vivo il processo per il triplice omicidio avvenuto nel gennaio del 2014, in una periferia di Cassano all’Jonio, dove persero la vita il piccolo Cocò Campolongo, il nonno Giuseppe Iannicelli e la fidanzata marocchina Ibtissam Touss. Uccisi con diversi colpi di pistola e poi bruciati all’interno della macchina, che guidava la donna.
Un fatto di sangue, tipicamente mafioso, che aveva scosso le coscienze di tutti, al punto che Papa Francesco chiese ai killer di pentirsi. Omicidi maturati nell’ambito della criminalità organizzata della Sibaritide, che torna alla ribalta della cronaca nera anche nelle ultime ore, con l’assassinio di Francesco Elia, l’ultimo di una lunga serie, dal 2018 ad oggi.
Alla ricerca degli altri responsabili
Cassano all’Jonio infatti è un territorio molto difficile, dove il tasso di mafiosità è elevato, a causa della presenza di clan di ‘ndrangheta radicati nel tempo. Senza dimenticare le influenze di Corigliano Rossano e la supervisione di Cirò Marina. Ma la strage di Cassano rientra in un contesto criminale particolare. La sentenza di primo grado ha accertato la colpevolezza di Cosimo Donato e Faustino Campilongo, accusati di aver partecipato al triplice omicidio ma, probabilmente, di non aver ucciso materialmente le tre vittime. Indicazione già emersa nelle motivazioni della Corte d’Assise di Cosenza che ha invitato l’autorità giudiziaria a ricercare gli altri presunti responsabili di tale crudeltà.
Strage di Cassano, parla il pg Salvatore Di Maio
Nella giornata di oggi, tuttavia, il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Salvatore Di Maio ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, ovvero la pena dell’ergastolo per entrambe gli imputati, con l’isolamento diurno. Una requisitoria molto dettagliata, quella del magistrato di Cosenza, che ha ripercorso la storia del processo. Anche le parti civili, rappresentate in udienza dagli avvocati Liborio Bellusci, Angela Bellusci e Danila Gullì, hanno discusso davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, sezione presieduta dal presidente Gabriella Reillo. Il processo è stato aggiornato al prossimo 8 luglio per le discussioni delle difese e nella stessa giornata potrebbe essere emessa la sentenza di secondo grado.