mercoledì,Aprile 23 2025

Lo smercio della droga da Giugliano a Reggio Calabria (passando per Cosenza)

Dalle carte dell'inchiesta Malefix emerge il presunto intreccio d'affari tra i Molinetti e i Coletta. Così la droga passava anche da Cosenza.

Lo smercio della droga da Giugliano a Reggio Calabria (passando per Cosenza)

L’operazione Malefix, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, ha acceso i riflettori sugli affari della potentissima famiglia De Stefano di Reggio Calabria. Al centro dell’inchiesta c’è Giorgio De Stefano, giovane reggino trasferitosi a Milano e da un anno compagno di vita di Silvia Provvedi, ex concorrente del “Grande Fratello” ed ex di Fabrizio Corona. Da cinque giorni è diventata mamma, mentre oggi si trova al centro della ribalta mediatica-giudiziaria, perché il suo fidanzato è il principale indagato dell’indagine antimafia, condotta dalla polizia di Reggio Calabria.

Cocaina e Cobret al centro degli affari dei Molinetti

Malefix, tuttavia, non racconta solo gli affari illeciti del clan più potente della ‘ndrangheta reggina, ma anche il presunto traffico di droga messo in piedi da Alfonso Molinetti, Salvatore Giuseppe Molinetti, Felice Coletta e Angelo Coletta. Per la Dda di Reggio Calabria, si tratta di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di cocaina e cobret (derivato oleoso dell’eroina). Il gip di Reggio Calabria, Tommasina Cotroneo, invece, ritiene che non vi siano elementi sufficienti per confermare il quadro accusatorio, ritenendo che «le emergenze di indagine non consentono di ravvisare, allo stato, gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti».

«Non vi sono elementi a sufficienza dai quali inferire l’esistenza di un rapporto stabile ed organizzato nei necessari dettagli alla commissione di un numero indeterminato di reati in materia di stupefacenti. Le conclusioni al riguardo fornite dagli organi inquirenti non trovano, infatti, la necessaria stampella in emergenze intercettative, invero poche, di così pregnante significava che siano veramente evocative dell’esistenza, sia pure solo in termini di gravità indiziaria, di una struttura consolidata ed organizzata in termini di mezzi, risorse e persone».

Per il gip Cotroneo, inoltre, la competenza territoriale dei fatti contestati ricadrebbe proprio sul tribunale di Reggio Calabria e non nel territorio di Giugliano, visto che non è chiaro cosa sia avvenuto in Campania.

La droga passava anche da Cosenza e dintorni

Secondo quanto emerge dalle indagini, tuttavia, i Molinetti e i Coletta si sarebbero approvvigionati in Olanda e in particolare a Rotterdam, porto ormai scelto dalle organizzazioni criminali per far entrare in Europa ingenti quantitativi di cocaina dal Sudamerica. Tra le piazze di spaccio c’erano Cosenza e l’Università della Calabria, così come si evince dalle carte dell’inchiesta. Quindi i traffici illeciti si sarebbero sviluppati sull’asse Giugliano-Reggio Calabria, passando per la vasta area universitaria. D’altronde, i collegamenti con la città dei bruzi, emergono in un’intercettazione captata dagli investigatori, quando Salvatore Giuseppe Molinetti parla col padre Alfonso del Cobret: «Vabbè il coso ce l’hanno a Castel Volturno… u Cobret… u Cobret… è un coso dell’eroina, chi tandu Micu mi dissi: “Faciamu i sordi ca motopala a Cosenza… mu dezaru i cosentini a mia”… è un olio che poi diventa pietra… sempre che va lì hai capito».

Sempre il gip Cotroneo evidenzia che le condotte dei Molinetti e degli altri indagati «consentono di escludere un inquadramento della vicenda nel contesto di un’occasionale affare che aveva accomunato i sodali reggini e quelli campani, nel programmare l’acquisto dello stupefacente e depongono, invece, per una consolidata e strutturata sinergia operativa criminale in quel settore del gruppo. Questa conclusione, peraltro, trova conferma nella individuazione di ulteriori fornitori (persone di Castel Volturno), specifiche piazze di spaccio (Cosenza e la sua università) ed ulteriori sodali (“Mico”), in relazione ad altro stupefacente (il derivato oleoso dell’eroina, denominato u Cobret) per come emerso nei dialoghi tra i due Molinetti». 

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