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Ultima udienza del processo sull’omicidio di Francesco Marincolo. Quella che si è svolta nella giornata del 5 luglio 2022 davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro è stata la seduta che ha chiuso le discussioni difensive relativamente alle posizioni degli imputati accusati di aver deliberato e partecipato al delitto di ‘ndrangheta, commesso a Cosenza nei primi anni del nuovo secolo.
Un assassinio di stampo mafioso che sarebbe stato deciso dall’allora capoclan Michele Bruni, boss dei “Bella bella”, prematuramente scomparso negli anni avvenire per un brutto male. Secondo le tesi accusatorie, infatti, la cosca “Bruni-zingari” all’epoca dei fatti voleva vendicare la morte di Francesco Bruni senior, padre di Michele, eliminato dal gruppo “Lanzino” di Cosenza. Omicidi quindi che rientrano di diritto nella cosiddetta “guerra di mafia” che segnò per la seconda volta la città di Cosenza, dopo quella avvenuta negli anni ’80-’90. Marincolo, nel contesto di cui sopra, era ritenuto vicino agli “italiani”.
Le discussioni difensive si sono basate quasi tutte sull’inattendibilità dei collaboratori di giustizia, due dei quali sono imputati nel filone processuale, nato dalle indagini coordinate dalla Dda di Catanzaro e condotte dalla Dia, sezione di Catanzaro. Gli avvocati di Mario Attanasio, Umile Miceli, Carlo Lamanna e Giovanni Abruzzese, ritengono infatti che i pentiti Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti, nonché gli altri che hanno reso dichiarazioni sull’agguato mortale, nel corso del quale fu ferito anche Adriano Moretti, non hanno raccontato una versione credibile dell’accaduto, andando quindi ad evidenziare tutte le incongruenze emerse nei verbali.
Dal canto loro, gli avvocati dei collaboratori di giustizia affermano la piena attendibilità dei loro assistiti che, dal loro punto di vista, hanno contribuito a disarticolare le cosche cosentine, parlando in maniera seria anche di fatti di sangue come quello in esame. Per la sentenza, dunque, bisognerà attendere il prossimo 13 settembre. Nel collegio difensivo figurano gli avvocati Paolo Pisani, Luca Acciardi, Maurizio Vetere, Antonio Ingrosso, Giuseppe Bruno, Giorgia Greco e Antonio Quintieri