Patitucci in silenzio, «Ancora non ho letto le carte». Il boss si avvale della facoltà di non rispondere, l’avvocato Pisani si difende
Oltre al presunto capo della confederazione dei clan cosentini e al legale, è stato interrogato anche Patrizio Chiappetta che ha negato ogni addebito
Francesco Patitucci sceglie di non rispondere al giudice, ma solo perché non ha ancora letto le seimila pagine che compongono l’ordinanza che lo riguarda da vicinissimo. Si è concluso così l’interrogatorio di garanzia del principale indagato dell’inchiesta che, giovedì scorso, ha letteralmente sbaragliato la confederazione cosentina formata da sette gruppi di ‘ndrangheta al vertice della quale, secondo la Dda, c’era proprio lui, vecchia conoscenza dell’antimafia per via della sua lunga militanza criminale.
Difeso dagli avvocati Luigi Gullo e Luca Acciardi, Patitucci ha fatto capolino in aula da un monitor, collegato in videoconferenza dal carcere, e per il momento si è avvalso della facoltà di non rispondere. Vedremo se dopo la lettura degli atti intenderà dire qualcosa a sua discolpa. Chi non ha scelto la via del silenzio, invece, è l’avvocato Paolo Pisani, che nel corso di un interrogatorio serrato ha risposto punto per punto alle domande del gip e dei pubblici ministeri Vito Valerio e Corrado Cubellotti.
Al termine dell’udienza, i suoi difensori Cesare Badolato e Luca Acciardi hanno chiesto la revoca della misura cautelare emessa nei suoi confronti, il divieto annuale di esercizio della professione forense poiché accusato di aver alterato una testimonianza durante un processo per favorire l’assoluzione di Massimo D’Ambrosio, uno degli odierni indagati. Chi non si è sottratto al confronto in aula è stato anche Patrizio Chiappetta che, difeso anche lui dagli avvocati Gullo e Acciardi, ha risposto a tutte le domande del gip negando di essere un associato del presunto gruppo criminale.