lunedì,Gennaio 20 2025

L’esperto: «A Cosenza raffiche di 114 km/h. Parliamo di downburst, non di tromba d’aria»

Fabio Zimbo spiega cosa è successo: «Questo fenomeno non si può prevedere, ma con il cambiamento climatico in atto eventi del genere saranno più frequenti. Parola d'ordine: prevenzione»

L’esperto: «A Cosenza raffiche di 114 km/h. Parliamo di downburst, non di tromba d’aria»

«I media hanno parlato di una tromba d’aria su Cosenza, ma non è del tutto corretto. Si è trattato di un fenomeno chiamato downburst che ancora non ha un termine italiano che lo traduca adeguatamente». Lo spiega al nostro network Fabio Zimbo di meteoincalabria.it. I disagi causati ieri pomeriggio sono stati ingenti e la conta dei danni da parte della Prefettura e del Centro operativo comunale (Coc) sono ancora in corso.

«Durante le ore centrali di domenica c’è stato il passaggio di una perturbazione, di una linea di instabilità, che ha provocato pioggia e temporali. Tutto ciò era previsto – continua l’esperto – anche se non ci aspettavamo una tale intensità. Ad esempio a Catanzaro sono caduti 39 millimetri d’acqua in poco più di un’ora». Nella città dei Bruzi, invece, le precipitazioni sono state molto più contenute. «Assolutamente sì – aggiunge – è piovuto poco, 10 mm appena, ma la particolarità è rappresentata da questo vento fortissimo che ha interessato tutta l’area urbana».

Il fenomeno del downburst su Cosenza

Fabio Zimbo chiarisce il perché non si sia trattato di una tromba d’aria. «Questa è un fenomeno vorticoso, che ruota su stessa e devasta. Il downburst, invece, è la discesa a terra di aria fredda proveniente dalle zone alte dalla nube temporalesca. La calata avviene con rapidità ed è pericolosissima specialmente per mezzi aerei come gli elicotteri. Impatta con violenza al suolo – sottolinea – e si espande in linea retta».

Si può distinguere, come nel caso di Cosenza, anche dai danni causati alle cose. In presenza di un downburst, per esempio, se la corrente arriva da nord, tutti gli alberi caduti si potranno individuare in un’unica direzione: verso sud. «Quando si genera una tromba d’aria – evidenzia – questa, oltre a maciullare tutto ciò che incontra, mostra i segni del suo passaggio in ogni angolo».

Raffiche di 114 km/h

«La stazione Arpacal “Cosenza 118” ha registrato delle raffiche di 114 km/h – conclude Fabio Zimbo -. Nella scala Beaufort equivalgono ad un fortunale, detto comunemente tempesta violenta. Eventi così contenuti nel tempo e nello spazio non sono prevedibili».

Già lo scorso 8 giugno Cosenza e parte della sua provincia furono colpite da un altro fenomeno estemporaneo a cui la popolazione non era preparata. Le copiose precipitazioni che si riversarono sul capoluogo e sui centri tirrenici come Paola, è ora chiaro che non furono casi isolati. Colpa del cambiamento climatico in atto che sta lanciando segnali inequivocabili. Già all’epoca risultava fuorviante ridurre tutto ai classici “temporali estivi”.

Per Fabio Zimbo la parola d’ordine è prevenzione. «L’8 giugno 2022 il nubifragio colpì solo Cosenza città e nemmeno una goccia cadde nella vicina Commenda di Rende. La lezione è una sola: imparare a conviverci. Se il cambiamento climatico continuerà, la scienza ci dice già da oggi che aumenterà l’intensità di situazioni del genere. Ne consegue che bisogna mettere in campo tutte le precauzioni del caso».

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