Casali del Manco, alla fine le primarie potrebbe farle il Pd tra Pisani e Carravetta
La vicesindaca e l'ex dirigente della Provincia di Cosenza i nomi forti negli ambienti democrat. Nessun accordo al momento tra Oliverio, Iazzolino e Morrone
Alla fine le primarie a Casali del Manco potrebbe clamorosamente farle il Partito Democratico. Perché, come se non fossero già molti gli aspiranti sindaci, anche l’ex dirigente della Provincia di Cosenza Claudio Carravetta (profilo caldeggiato tra gli altri dal capogruppo in regione Mimmo Bevacqua) sarebbe animato dall’ambizione di diventare primo cittadino. Allora ecco che la Federazione provinciale del segretario Vittorio Pecoraro ha intenzione di stimolare una competizione interna dando la parola ad iscritti e simpatizzanti di centrosinistra.
Questo perché il gradimento del circolo locale dei democrat, il cui segretario è Bruno Bonaro, è tutto per la vicesindaca Francesca Pisani. Nessuna candidatura, tuttavia, è stata ancora ufficializzata in vista delle amministrative del 13 e 14 maggio 2023.
Tornando al discorso delle primarie, la scintilla era scoccata a Marco Oliverio, Salvatore Iazzolino e Ippolito Morrone che avevano lanciato l’idea di una consultazione preliminare così da convogliare su un unico nome le forze in campo. La fascia tricolore i tre promotori l’hanno già indossata prima della nascita di Casali del Manco: erano infatti i primi cittadini rispettivamente di Pedace, Casole Bruzio e Trenta. Dopo un’iniziale convergenza sul tema, però, la discussione tra le parti al momento non ha avuto seguito ed ognuno sta facendo le valutazioni individuali del caso. Se e come si arriverà ad un accordo collettivo, non è dato a sapersi.
Il fatto certo è che per il post-Nuccio Martire potrebbero essere addirittura sei i papabili sindaci. Di questi ben cinque sarebbero di centrosinistra ed uno di centrodestra (Stefania Rota?). C’è un mese di tempo per sciogliere il nodo delle candidature, ma l’impressione è che soltanto in prossimità della presentazione delle liste il quadro diventerà chiaro.
E il Movimento 5 Stelle? Non esistendo coordinatori regionali, provinciali e territoriali tocca ai militanti locali tenere i rapporti. Si dialoga, in maniera ufficiosa, con il Pd, ma è probabile che l’unico simbolo di partito tradizionale che comparirà sulla scheda elettorale sarà solo quello dei democrat. Un tempo padroni di quella che veniva definita la Presila rossa.