martedì,Febbraio 11 2025

Città unica, da Rende si leva alto il ruggito dei contrari

Cinque associazioni e un gruppo consiliare pronti a formare il Comitato del No: «Cosenza continui a svolgere il suo ruolo direzionale di capoluogo»

Città unica, da Rende si leva alto il ruggito dei contrari

L’immagine «distorta» di una città unica «come la panacea per tutti i mali». Una proposta di legge che è «un atto d’imperio partorito da alcuni consiglieri regionali, tutti del centrodestra, nessuno dei quali può vantare legami con il territorio rendese». Alcuni di loro, poi, sono gli stessi che hanno già promosso e «provocato danni» con altre fusioni, a Casali del Manco come a Corigliano-Rossano.

Sono alcuni dei motivi per i quali un pugno di associazioni come Missione Rende, Aria Nuova, Rende l’Idea, La Primavera di Rende, RendeSì, unitamente al gruppo consiliare “Rende per Rende” si oppongono all’idea della città unica e, anzi, hanno in mente di costituire un Comitato per il No.

A loro avviso, infatti, «la città unica peraltro esiste già, più o meno da sempre, per noi cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero; solo la politica non si è volutamente accorta e seriamente interessata di questa unione naturale e di fatto e ne è testimone la carenza, in questo bacino, di infrastrutture e servizi condivisi, unici ed efficienti».

Secondo le associazioni, creare queste infrastrutture e i servizi è impossibile: «Oggi tali premesse non ci sono affatto e pure le situazioni politiche e amministrative di Cosenza e Rende sono particolarmente difficili sotto tutti i punti di vista, basta pensare alle vicende finanziarie dell’una ed a quelle giudiziarie dell’altra».

Dopo una stoccata all’indirizzo dell’amministrazione comunale di Rende – «comodamente rassegnata a subire le decisioni assunte altrove» – le associazioni ricordano come le recenti esperienze hanno certificato «il totale fallimento delle unioni per fusione tra comuni. Le unioni, forse, assumono significato e valore e producono utilità per i piccoli comuni, di certo non per grandi realtà come Cosenza e Rende».

La loro idea, dunque, è che Cosenza «continui a svolgere il suo ruolo direzionale di città capoluogo» e che Rende, «consapevole della ricchezza e delle potenzialità ancora inespresse del suo territorio, riprenda il cammino al suo fianco, ma senza annessioni e fusioni per incorporazione».

Nel mezzo, rivolgono anche un appello l’Unical affinché faccia la sua parte «per trasformare una minaccia in una grande opportunità». In una nota congiunta, i gruppi annunciano, a partire dalla seconda metà di maggio, un primo incontro per arrivare alla costituzione del Comitato.