venerdì,Marzo 29 2024

Giuseppe Pompilio, il cosentino che ha fatto vincere lo scudetto al Napoli

Braccio destro del ds Giuntoli, è nato a Saracena ed è l'artefice del successo partenopeo. In passato ebbe un ruolo fondamentale per gli arrivi di Tutino e Palmiero in rossoblù

Giuseppe Pompilio, il cosentino che ha fatto vincere lo scudetto al Napoli

C’è un pezzo di Cosenza nel terzo, storico, scudetto del Napoli. E non stiamo parlando di una comparsa, ma di uno dei protagonisti di questa stagione davvero ineguagliabile. Il vicedirettore sportivo della società partenopea, braccio destro di Giuntoli, è Giuseppe Pompilio, 45 anni, nato a Saracena, il paese ai piedi del Pollino conosciuto in tutto il mondo per la produzione del suo moscato. I più attenti tifosi del Cosenza amanti di calciomercato, invece, lo ricorderanno perché fu a più riprese l’interlocutore di Stefano Trinchera nelle trattative che portarono alla corte di Piero Braglia Gennaro Tutino e Luca Palmiero.

Qui Pompilio è nato e fra i vicoli del paese ha tirato i suoi primi calci al pallone, rimanendo subito irrimediabilmente folgorato. Qui si è iscritto alla sua prima scuola calcio ed è rimasto fino ai 18 anni. Poi la famiglia decise di trasferirsi ad Urbino per motivi di lavoro e Giuseppe è andato lì pur mantenendo sempre un legame fortissimo con gli amici calabresi dell’adolescenza e tornando appena possibile a Saracena.

Ad Urbino si laurea brillantemente in diritto. Ma la sua strada non è la toga, bensì il calcio. Nel 2007, infatti, viene assunto come direttore generale dell’Alma Juventus Fano, che, complice un ripescaggio, nell’arco di tre anni riporta tra i professionisti. La promozione in verità si rivela specchietto delle allodole: in seguito alle difficoltà economiche della società, non trovando terreno fertile su cui rilanciare il progetto anche in Lega Pro Seconda Divisione, Pompilio decide di farsi da parte. 

Solo momentaneamente, però. Perchè viene subito richiamato in pista nel 2011, accettando il nuovo incarico di direttore sportivo, qualifica peraltro appena ottenuta. Con un budget sicuramente più interessante, le stagione successive tornano a sorridere ai colori granata. Almeno fino al 2013, quando invece l’Alma non riesce ad evitare la retrocessione in Serie D. E’ evidentemente la fine del ciclo targato Pompilio.

Ma il ragazzo ha ancora voglia di affermarsi. E allora riparte da Carpi che per lui rappresenta la tappa della svolta, con addosso una veste del tutto rinnovata: è il responsabile dell’Area Scouting. Coi biancorossi trascorre le due stagioni in B, preludio allo storico e miracoloso raggiungimento della A. Insieme a Giuntoli ne è l’artefice, con campagne acquisti silenziose ma mirate. Dove il serbatoio ideale è spesso e volentieri la quarta serie. Un’isola felice ed umile, dove si pesca bene, e che trasforma il successo in trionfo. Quello delle idee, risorse inestimabili. E tante, molte di più dei milioni a disposizione.

Quanto basta soprattutto per attirare l’attenzione di uno come Aurelio De Laurentiis. che nell’estate del 2015 decide una rivoluzione nello staff tecnico della sua società puntando su un team giovane, determinato e capace di scovare i profili dei calciatori più sconosciuti o sottovalutati, ma dalle grandissime potenzialità. Spazio a Cristiano Giuntoli e dunque Giuseppe Pompilio.

Tocca a loro ricostruire il Napoli, ovviamente in compartecipazione con il neo staff tecnico, capitanato da Maurizio Sarri: ingegneri di un nuovo modello virtuoso e magari vincente. Misterioso ai più, Pompilio non si è mai materializzato in pubblico; lavoro oscuro il suo, da dietro le quinte. “Braccio destro di Giuntoli”, è riconosciuto come vice direttore sportivo e caposcouting, figura centrale nella ricerca dei talenti di domani.

Il resto è storia. Iniziata in salita, con la piazza in subbuglio per la vendita di una serie di pezzi pregiati, a partire da Insigne e Martens. Ma il bilancio finale della campagna acquisti dice cessioni per 70,5 milioni, nuovi acquisti per 65 e un terzo storico scudetto vinto sopratutto grazie al lavoro certosino di questi ragazzi che una rete capillare di contatti in tutto il mondo del calcio.