Le maggioranze di Cosenza e Rende dicono no alla proposta di legge di fusione con Castrolibero
Ecco le due delibere dei consigli comunali svolti in simultanea. La discussione si è canalizzata sullo scontro tra centrodestra e centrosinistra (M5S incluso)
Si sono svolti in simultanea i consigli comunali di Cosenza e Rende, le cui maggioranze hanno detto di no all’attuale proposta di legge sulla città unica che prevede la fusione con Castrolibero. Come noto, è stata depositata da otto consiglieri regionali di centrodestra cosentini e già approvato nelle commissioni. Come spiegato in un’intervista al nostro network da Pierluigi Caputo, primo firmatario, la data di scioglimento dei tre comuni è fissata il primo febbraio 2025. Troppo vicina come data secondo gli attuali amministratori.
La discussione si è sviluppata sulla contrapposizione centrodestra contro centrosinistra. Il primo si è portato sulle posizioni espresse dai consiglieri di maggioranza cosentini, il secondo (Movimento 5 Stelle incluso per bocca dell’assessore Veronica Buffone) ha bocciato la proposta di legge già approdata nelle commissione ed ha chiesto ad Occhiuto di sospenderne l’iter. Non solo, ma di far slittare il giorno in cui i tre centri di governo dovrebbero cessare di esistere. L’amministrazione Manna, inoltre, non ha tralasciato la posizione di Montalto Uffugo che si vorrebbe includere nella fusione.
A Cosenza, il cui pubblico consesso si è tenuto nei locali della Provincia per l’indisponibilità di Palazzo dei Bruzi, i toni sono stati accesi. Il presidente Giuseppe Mazzuca ha lanciato accuse a Caputo («fa spot elettorali»), il consigliere Giuseppe Ciacco ha definito «fascista» la proposta di legge, Francesco Graziadio «muscolare, fredda, burocratica, senza visione». «La proposta di legge, che dovrebbe proiettarci in un progetto moderno, ambizioso e condiviso – ha tuonato Pina Incarnato – è una risoluzione raffazzonata, un documento lacunoso e scarso, limitato nei modi, nella potenzialità e nelle prospettive». Francesco Caruso, invece, ha ribadito «l’urgenza di arrivare al referendum» ricordando anche l’apporto di SImona Loizzo.
Il documento della maggioranza del Comune di Cosenza
Il consiglio comunale di Cosenza ha deliberato:
- di proporre alla Regione Calabria la sospensione dell’iter di esame e di approvazione del disegno di legge regionale proposto dalla Maggioranza di Governo;
- di avanzare formale richiesta al Presidente della Giunta regionale per la convocazione di una conferenza permanente di concertazione tra la presidenza della Giunta regionale e i Sindaci e i presidenti dei Consigli Comunali interessati alla costituzione reale della città unica;
- di chiedere all’amministrazione regionale che la concertazione sia finalizzata, in maniera preventiva, alla definizione delle modalità legislative, organizzative ed amministrative da attivare con rigore e responsabilità,senza alcuna improvvisazione, per la istituzione del nuovo Comune;
- di chiedere alla amministrazione regionale di prevedere nel bilancio regionale, al fine di garantire la copertura finanziaria della stessa legge istitutiva del nuovo ente, adeguati finanziamenti straordinari per sostenere i costi del processo di fusione e per contribuire alle spese di funzionamento del nuovo Comune nei primi dieci anni;
- di chiedere alla amministrazione regionale il finanziamento di uno specifico Studio di Fattibilità, affinché, prima che venga approvata dal Consiglio regionale qualsivoglia legge istitutiva della città unica, si possano indicare le necessarie soluzioni alle gravi criticità che emergono nelle relazioni finanziarie tra i Comuni e le modalità più efficaci e convenienti per ottimizzare i processi organizzativi ed amministrativi, a salvaguardia dell’interesse dei cittadini, con il fine di garantire, prima di tutto, minori costi e maggiori livelli quantitativi e qualitativi dei servizi comunali;
- di chiedere alla amministrazione regionale che, in sede di concertazione, si faccia prioritariamente una verifica sulla programmazione e sulla attuazione degli investimenti regionali finalizzati alla realizzazione di tutte quelle opere pubbliche che, di fatto, sono materialmente mirate alla unità territoriale e alla modernizzazione dei processi di conurbazione, a partire dalla verifica dello stato di attuazione del progetto di Metropolitana leggera della area urbana cosentina;
- di chiedere alla amministrazione regionale il concerto con i Comuni interessati per proporre al Governo nazionale ed al Parlamento la modifica della legge 56/2014, al fine di adeguare la propria finalità al dimensionamento della fusione riguardante anche i comuni che sommano un numero superiore a centomila abitanti;
- di chiedere alla amministrazione regionale di concordare con i comuni interessati la costituzione e l’insediamento, sin da subito, dell’Assemblea Costitutiva della città unica, composta da tutti i componenti dei Consigli Comunali di Cosenza, Rende e Castrolibero. All’Assemblea Costitutiva sarà affidato il compito di redigere lo Statuto provvisorio del nuovo Comune, al fine di garantire al nuovo ente un avvio ordinato e piena dignità istituzionale. Il metodo partecipato, oltretutto, consente che la nascita del nuovo Comune venga affidata essenzialmente agli organi degli stessi comuni in fusione e non alla attività di una gestione commissariale.
Il documento della maggioranza del Comune di Rende
«La proposta di legge sul comune unico va bloccata: siamo stati espropriati della nostra sovranità istituzionale». Il consiglio comunale di Rende, nella seduta congiunta con Cosenza di stamane, oltre a chiedere al governo regionale di sospendere l’iter di esame e approvazione del disegno di legge, ha proposto l’istituzione di una conferenza permanente di concertazione tra giunta regionale, sindaci e presidenti dei rispettivi consigli comunali, uno studio di fattibilità, fondi e garanzie sull’aspetto finanziario della fusione.
«Sembra che tale disegno di legge – si legge nel documento approvato dal pubblico consesso – sia più rivolto all’obiettivo di promuovere la estinzione degli enti locali attualmente vigenti e non alla definizione di un processo di fusione efficiente, funzionale alla reale costruzione di un moderno nuovo Comune. Tanto è che la proposta di legge prevede esclusivamente la indizione di un referendum consultivo. Appare poi paradossale che questa proposta possa indicare la data di entrata in vigore della istituzione del nuovo Comune senza che si preveda come attuare un percorso di reale costituzione della città unica, rinviando la definizione della fase realizzativa esclusivamente alla normativa vigente a livello nazionale ed in particolare alla legge 56/2014».
«È la cosiddetta legge Del Rio approvata dal Parlamento come strumento a sostegno della fusione dei piccoli comuni. Una legge che, pertanto, come ampiamente riconosciuto, non è efficace per un fecondo processo di fusione tra Comuni che sommano un aggregato urbano superiore a centomila abitanti – si legge nella delibera – La proposta di legge non prevede alcuna norma finanziaria da impiegare a sostegno del processo di fusione e non è immaginabile che la Regione Calabria non preveda finanziamenti adeguati per la fusione tra enti che sono già impegnati a fronteggiare gravi e pesanti criticità nell’ esercizio dei loro bilanci. Lo stesso Parlamento, infatti, è stato costretto ad approvare nella legge 51/2022 un emendamento correttivo della legge 135/2012 per ovviare al limite di un parametro dimensionato per la fusione dei piccoli Comuni fino a 5000 abitanti».
«Infatti, la contraddizione della legge 51/2022 penalizza le grandi fusioni. Basta osservare che il Comune di Corigliano Rossano (circa ottantamila abitant ] ha percepito per l’anno 2022 un contributo di 1.938.044 euro e Casali del Manco (circa diecimila abitanti) 1.854.576 euro. La proposta di legge regionale è inoltre in contrasto con lo spirito e la finalità della legge regionale n. 15/2006, ed in particolare con l’art. 18,dal momento che la fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero non è correlata al Piano di Riordino Territoriale Regionale – prosegue il documento -. I comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero hanno già avviato il procedimento finalizzato alla Unione dei Comuni per la gestione unitaria di alcuni importanti servizi comunali, si chiede pertanto alla amministrazione regionale che la concertazione sia finalizzata, in maniera preventiva, alla definizione delle modalità legislative, organizzative ed amministrative da attivare con rigore e responsabilità, senza alcuna improvvisazione, per la istituzione del nuovo Comune».
«È necessario che il governi regionale preveda nel bilancio regionale, al fine di garantire la copertura finanziaria della stessa legge istitutiva del nuovo ente, adeguati finanziamenti straordinari per sostenere i costi del processo di fusione e per contribuire alle spese di Funzionamento del nuovo Comune nei primi dieci anni – prosegue ancora la delibera -. In merito poi alla necessità dello studio di fattibilità: appare come indispensabile, prima che venga approvata dal Consiglio regionale qualsivoglia legge istitutiva della città unica, per indicare le necessarie soluzioni alle gravi criticità che emergono nelle relazioni finanziarie tra i Comuni e le modalità più efficaci e convenienti per ottimizzare i processi organizzativi ed amministrativi, a salvaguardia dell’interesse dei cittadini, con il fine di garantire, prima di tutto, minori costi e maggiori livelli quantitativi e qualitativi dei servizi comunali».
La delibera prosegue chiedendo «alla amministrazione regionale che, in sede di concertazione, si faccia prioritariamente una verifica sulla programmazione e sulla attuazione degli investimenti regionali finalizzati alla realizzazione di tutte quelle opere pubbliche che, di fatto, sono materialmente mirate alla unità territoriale e alla modernizzazione dei processi di conurbazione, a partire dalla verifica dello stato di attuazione del progetto di Metropolitana leggera della area urbana cosentina».
«Si deve chiedere al Governo nazionale e al Parlamento la modifica della legge 56/2014, al fine di adeguare la propria finalità al dimensionamento della fusione riguardante anche i comuni che sommano un numero superiore a centomila abitanti. In base al precedente della legge regionale “Istituzione della Nuova Pescara, in seguito alla fusione con Montesilvano e Spoltore”, approvata il 24/08/2018 e che ha definito un percorso costitutivo da compiersi nell’ arco di ben nove anni, per arrivare al definitivo varo del nuovo Comune nell’anno 2027, sarebbe impensabile poter ritenere realistica la data dell’anno 2025 per l’avvio del nuovo Comune dell’area urbana cosentina, ancorché la proposta di legge regionale è assolutamente omissiva di qualsiasi norma finalizzata a definire concretamente ed in maniera credibile il percorso amministrativo e legislativo per la costituzione del nuovo ente» prosegue il documento approvato dal consiglio comunale.
Sulla attuale situazione economica in cui versano gli enti coinvolti «il disegno di legge, per come formulato, è inattuabile vista l’assenza di qualsiasi norma che regola le modalità del processo di fusione in presenza di un Comune che si trova attualmente in una condizione di dissesto o predissesto. Tale condizione è infatti di dissesto o predissesto è sostanzialmente un ostacolo insormontabile al processo di fusione, per la oggettiva esistenza di intrinseche limitazioni operative sul piano finanziario ed amministrativo a cui un Comune è sottoposto in questi casi. La fusione, in presenza di questa condizione di dissesto, non può essere legiferata in maniera antecedente alla definizione del debito pregresso. E ciò è un obbligo imposto dalla mancanza di certezza dell’ammontare del debito pregresso, perché soggetto a continue ed innumerevoli varianti nelle fasi di accertamento, ma anche perché non è ipotizzabile l’estinzione di un ente prima della mancata copertura del debito stesso».
«Non si norma, inoltre, il “come” e il ” perché” il nuovo ente, se non dovesse essere prima definita la copertura dei debiti derivati dalla distrazione di fondi vincolati, dovrebbe farsi carico anche di questa ulteriore eredità. Anche in presenza di un Comune in condizione di predissesto – ha detto la maggioranza del Comune di Rende – si presentano forti criticità e difficoltà a procedere verso la fusione, dal momento che il Piano pluriennale approvato dalla Corte dei Conti non è modificabile e, pertanto, esso sarebbe trasferito tout cort al nuovo ente. Per questo è necessaria una ricognizione preventiva dello stato patrimoniale, della condizione della struttura organizzativa burocratica, della gestione dei servizi primari, oltre al riordino del settore del personale che deve garantire certezza dei diritti, sia ai lavoratori dipendenti degli organici comunali che a quelli dipendenti presso gli enti o aziende partecipate e le cooperative a cui sono affidate le attività di cura e manutenzione del territorio o di assistenza sociale».
La delibera si conclude chiedendo pertanto: «la costituzione e l’insediamento, sin da subito, dell’Assemblea Costitutiva della città unica, composta da tutti i componenti dei Consigli Comunali di Cosenza, Rende e Castrolibero. All’Assemblea Costitutiva sarà affidato il compito di redigere lo Statuto provvisorio del nuovo Comune, al fine di garantire al nuovo ente un avvio ordinato e piena dignità istituzionale. II metodo partecipato, oltretutto, consente che la nascita del nuovo Comune venga affidata essenzialmente agli organi degli stessi comuni in fusione e non alla attività di una gestione commissariale».