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Festa grande a Verbicaro. Il prossimo 2 giugno Eleonora Eloise Pegorin, da anni residente nel piccolo borgo tirrenico e persona molto nota, sarà insignita del titolo di Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana“. La cerimonia ufficiale si svolgerà a Cosenza, in Piazza 11 settembre, alle ore 10. La notizia è stata ufficializzata in giornata da un invito a firma del prefetto Vittoria Ciaramella.
Eleonora Aloise Pegorin ha 39 anni ed ha già vissuto molte vite. La prima, e forse la più drammatica, è cominciata quando da bambina si è trovata ad affrontare situazioni molto più grandi di lei, ma anche abusi e violenze che l’hanno segnata per sempre. Negli anni, le sue ferite sono servite da spinta propulsiva per aiutare quanti vivono il suo stesso dramma e cominciare un’estenuante battaglia contro le violenze sulle persone più fragili, in particolare donne e bambini. Impegno che oggi le è valso il prestigioso titolo.
Chi è Eleonora Aloise Pegorin
Una laurea magistrale nel cassetto in “Innovazione educativa e apprendimento” da 110 e lode, Eleonora Aloise Pegorin è una pedagogista specializzata in Bes (Bisogni Educativi Speciali) e Dsa (Disturbi Specifici di Apprendimento) e specialista in Psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza, nonché coaching e formatrice. Inoltre, è fondatrice del primo polo di ricerca pedagogica “A partire dalla Cura” in Italia. Insieme alla collega Renata Ferraro, gestisce uno studio di pedagogico-didattico a Belvedere Marittimo.
Dal dolore alla rinascita
Nata e cresciuta a Chieri, in provincia di Torino, si è poi stabilita definitivamente in Calabria nel 2010, dopo aver conosciuto una donna, Franca, che di lì a poco sarebbe diventata la sua mamma. Il suo è il primo caso nella circoscrizione giuridica di Paola di adozione avvenuta in maggiore età. Le due donne si sono conosciute in quell’anno durante un pellegrinaggio in Sicilia, al quale Eleonora aveva partecipato per lenire le sofferenze della sua anima.
La sua storia, fatta di abusi, solitudine e abbandono, è raccontata nel libro “Il dolore sospeso” della scrittrice Maria Antonietta D’Onofrio. La sua vita, infatti, fino alla giovinezza è stata segnata da conflitti famigliari e la presenza, ingombrante, di malattie mentali e dipendenze di persone che la circondavano. Questo suo dolore, con il tempo, e grazie alle cure e all’amore di mamma Franca, si è trasformato in una battaglia contro ogni forma di violenza, fisica e psicologica, nei confronti delle persone più fragili.
La piccola “Ele” ce L’ha fatta
Nell’anteprima del libro di cui è protagonista, si legge: «Quando cresci per strada, devi imparare a gestire tutto: la fame, il gelo, l’afa, gli sguardi e la solitudine. Soprattutto la solitudine. Fa male osservare il mondo intorno che vive, mentre tu puoi solo immaginarlo. Il giorno in cui vivrò davvero, se capiterà, sarà così assurdo che piangerò come un bambino o una bambina o un angelo». Per la piccola “Ele“, come ama definirsi, oggi professionista impegnata e con una vita finalmente piena e costellata di affetti, quel giorno sembra essere finalmente arrivato.

