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Il processo Overture è tornato al centro dell’attività dibattimentale del tribunale collegiale di Cosenza con un’udienza incentrata sulla tentata estorsione a Spezzano Sila, nei pressi del cantiere edile dei lavori di restauro del convento di San Francesco di Paola. In questo luogo fu piazzata una bottiglia di plastica contenente del liquido infiammabile di tipo benzina. Un segnale ben preciso al fine di ottenere la somma di 30mila euro, da corrispondere nel pomeriggio/mattina del giorno successivo.
La ditta di Acri, secondo la Dda di Catanzaro, sarebbe finita nel mirino del presunto sodalizio mafioso capeggiato da Gianfranco Sganga, uno dei due imputati principali di “Overture“. Sul cantiere, stante le investigazioni dei carabinieri, si sarebbe recato Emanuele Apuzzo. In una fase successiva gli operai dell’azienda edile silana avrebbero ricevuto la visita di altre persone, le quali avrebbero intimato i dipendenti di lasciare il luogo di lavoro. «Dovete andare via perché qui si chiude prima che qualcuno si faccia del male. Sospendente di lavorare e andatevene, dato che l’ingegnere ieri non è venuto all’appuntamento ve ne dovete andare e dovete smettere di lavorare». Minacce avvenute nel 2016.
Oggi in udienza il pubblico ministero Corrado Cubellotti ha sentito tre testimoni, acquisendo le sommarie informazioni di un altro teste e ottenendo il consenso a far passare le dichiarazioni di quelli seduti davanti al tribunale collegiale di Cosenza, presieduto dal presidente Carmen Ciarcia. Uno dei lavoratori ha visto entrare una persona nel cantiere, un altro l’avrebbe vista solo di spalle, il terzo invece avrebbe appreso queste circostanze dagli altri due. Il processo è stato rinviato al 12 ottobre 2023. Il presidente a fine udienza ha ringraziato le forze dell’ordine – polizia e carabinieri – per la presenza in udienza.