giovedì,Dicembre 7 2023

Rende, l’urbanistica è passata da modello nel Mezzogiorno a caos

L'iter del Psc non si è completato, scattano le norme di salvaguardia per cui si applicheranno gli indici più restrittivi. Il caso dei Pau

Rende, l’urbanistica è passata da modello nel Mezzogiorno a caos

Lo scioglimento del consiglio comunale di Rende per infiltrazioni mafiose ha lasciato tanti nodi ancora da sciogliere sul campo. Il principale riguarda proprio l’urbanistica che si trova in mezzo ad una sorta di guado.

Il nuovo Psc, infatti, è stato adottato dal consiglio, ma non è stato ancora approvato. L’iter prevede la sua pubblicazione sul Burc della Regione, avvenuta il 26 giugno scorso, dell’avviso in base al quale gli interessati possono presentare osservazioni e proposte. Chiunque può presentare entro 30 giorni dalla pubblicazione dell’avviso sul Burc eventuali osservazioni ai fini della procedura urbanistica. Per quanto riguarda invece la procedura Vas il termine è di 45 giorni.

Il vero problema è capire cosa succederà dopo. Secondo la legge le osservazioni devono passare dalla commissione Urbanistica del Comune e successivamente essere discusse una per una in consiglio comunale dove poi vengono approvate o respinte. Ma lo scioglimento del Comune ha prodotto la decadenza sia dell’uno che dell’altro e le loro funzioni sono attribuite, appunto, alla terna di commissari inviate dal Ministero degli Interni. Faranno loro le procedure previste dalla legge urbanistica? La questione è controversa e non di poche conseguenze. Secondo alcune interpretazioni i commissari dovrebbero occuparsi solo di ordinaria amministrazione e il Psc esula da questo ambito. Ma soprattutto bisogna vedere se questo impegno è conciliabile, anche in termini di tempo, col mandato che hanno i commissari.

Se l’iter del nuovo Psc non dovesse completarsi scattano quelle che la legge urbanistica definisce come Norme di salvaguardia ossia quella che vige è la norma più restrittiva fra il vecchio piano regolatore e il nuovo Psc. Ad esempio chi volesse costruire un albergo è obbligato a realizzarlo solo in zona industriale così come prevede il vecchio Prg. Anche sugli indici fondiaria dei terreni bisogna seguire le regole più restrittive. Insomma un bel caos per chi aveva previsto un investimento immobiliare su Rende.

Un caos che fa il paio con quello che si è verificato sui Pau. I piani, infatti, sono scaduti dieci anni fa. Il nuovo Psc non ne fa alcuna menzione: né prevede una proroga né ne ha disegnati di nuovi. In passato gli interventi edilizi che rientravano nei Pau venivano singolarmente discussi in consiglio comunale. In assenza del civico consesso anche questa possibilità è esclusa. Allora la beffa che stanno subendo diversi cittadini è quella di essere proprietari di terreni edificabili che ricadono nei Pau, ma di essere impossibilitati a costruire. L’ulteriore beffa è che quei terreni vengono tassati come edificabili.

Insomma il declino di Rende passa anche attraverso l’urbanistica. E non è banale visto che un tempo Rende è stato un modello per tutto il Mezzogiorno proprio sotto questo aspetto.

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