Che il vento non soffiasse in poppa alle Invasioni del nuovo corso, s’era intuito dalla freddezza generale con cui è stato accolto il mini cartellone che annunciava il ritorno dello storico mega-evento le cui tracce, come quelle dei dinosauri, sono fossili preistorici. A fronte del grandissimo entusiasmo dei pochi fan del genere in città (qualcuno è arrivato apposta da New York), i più che non hanno mai sentito parlare di Sonic Jesus o di Clock Dva (si pronuncia come si scrive), hanno storto un po’ il naso snobbando il concerto.

Il biglietto (23 euro) ha dato la mazzata finale a una serata che poteva salvarsi se l’ingresso fosse stato libero. È vero che altrove, in festival dedicati a questo genere, si registrano sold out e il biglietto viaggia su quelle cifre, ma forse si tratta di eventi consolidati, storici, ormai riferimenti da anni per quel pubblico, evidentemente Cosenza voleva altro, e Invasioni è un marchio che ha portato qui artisti rock e popolari non solo l’ultranicchia musicale. Alle 20:40 il primo gruppo è salito sul palco suonando a una piazza deserta. Alle 21:30 erano 30 i biglietti staccati e l’andazzo della serata ormai segnato.

Le temperature bollenti (ieri la città ha viaggiato sui 36 gradi) hanno portato la gente a uscire, svagarsi all’aperto ovunque, ma non a Invasioni. Ha fatto il pienone persino il concerto per pianoforte all’interno del Palazzo della Provincia (gli organizzatori avevano anche chiesto di non cominciare i concerti prima delle 21 per non disturbare la performance del pianista) e la piazza del Duomo che ospitava musica dal vivo. Mentre dalle parti del Rendano ci si contava a vista (e transenne erano state posizionate anche sui gradini del teatro), lo spettacolo (un po’ triste) dello show senza pubblico, si è prolungato fino alle undici e mezza, quando i cavi dei microfoni sono stati arrotolati e la piazza stata riaperta per il dj set.

Le critiche sul prezzo del biglietto (e sul fatto che esistesse un biglietto) ieri avevano fatto il giro del web: c’è chi ricordava storici live (gratuiti) come quello di Patti Smith e chi difendeva le scelte di Palazzo dei Bruzi rammentando che con un Comune in dissesto i famosi “fondi illimitati” con cui si operò per qualche anno, sono solo un sogno lontanissimo che appartiene a una dimensione ben accoccolata nel passato. Sta di fatto che con gli incassi di ieri sera le spese non solo non sono state coperte per niente (considerando anche che il palco e le attrezzature sono stati messi a disposizione dall’Altro Teatro), i piccoli bar hanno sfornato in tutto dieci panini e invece di avvicinare a un genere che molti non conoscono, queste Invasioni hanno avuto l’effetto contrario. E per quello sono bastate quattro transenne.