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Parola gli assuntori. L’inchiesta sul narcotraffico a Cosenza, che secondo la Dda di Catanzaro sarebbe stato gestito anche da un gruppo di nigeriani, contiene anche ricostruzioni investigative volte a far parlare chi comprava materialmente la droga per farne un uso personale. Questo avviene tra il 2019 e il 2020. A testimoniare è una ragazza, la quale, davanti ai carabinieri di Cosenza Nord, spiega come avveniva lo spaccio. Una storia che si collega all’attualità. In ogni città le sostanze stupefacenti scorrono a fiumi. Oggi però vale soprattutto per chi vive a Cosenza, dove la cessione di cocaina e marijuana, è notevolmente aumentata.
Cosenza, il racconto di un assuntore
«Da circa cinque anni, e fino al mese di marzo 2020, quando l’arrivo del Coronavirus ci ha costretti tutti a casa, acquistavo regolarmente, ovvero con frequenza di una volta ogni due o tre giorni, piccoli quantitativi di marijuana destinati al mio consumo personale da un gruppo di spacciatori stranieri che occupavano quotidianamente la zona di “Villa Giulia” e dell’autostazione di Cosenza». L’assuntrice rivela anche il prezzo di ogni grammo. «Mi recavo da loro con la frequenza di cui sopra. A volte prima li telefonavo, altre volte ci andavo direttamente sicura di trovarli) e quelli mi cedevano lo stupefacente al prezzo di 5 euro al grammo, per quantitativi pari a uno o due grammi ogni volta» spiega ai militari dell’Arma.
I nomi dei presunti spacciatori
La persona informata sui fatti aggiunge che «tra gli spacciatori del gruppo che mi cedevano la droga vi erano tale “Hamed“, tale “Raijid“, tale “Valentino“, tale “Toni” e tale “Sebastian“». E ancora: «Quando mi recavo nei luoghi sopra indicati, gli spacciatori erano sempre insieme ad altri soggetti, anch’essi dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti ad altri ragazzi italiani di cui non conosco il nome, ma dai quali non ho mai comprato marijuana. Tra i vari spacciatori, conosco tale “Mattia“, tale “Freeman“, tale “Bombo“, tale “Ibra“, nonché tale “Yallow“».
«Vi dico che tra di loro non c’è assolutamente competizione, anzi, più volte mi hanno detto, tutti loro, che avrei potuto acquistare la marijuana indifferentemente da ognuno di loro perché tanto “era la stessa cosa”, in quanto sono tutti facente parte di un gruppo. In più occasioni è pure capitato che “Valentino“, “Hamed“, “Sebastian“, “Toni” o “Raijid“, non avendo la disponibilità dello stupefacente, mi facevano attendere e la prendevano da un altro del loro grppo, ad esempio “Ibra“, “Bombo“, “Freeman” e così via. Ho visto che gli spacciatori di cui sopra stazionavano spesso tutti insieme, o comunque in gruppi, presso Villa Giulia e l’autostazione. In effetti le cessioni avvenivano solitamente a Villa Giulia».