L’appuntamento non è propriamente preciso. C’è chi si trova verso le 11, chi a mezzogiorno, chi verso l’una. Non più tardi, però. Anche perché la festa è già iniziata abbondantemente, fra fritti, Spritz e cappotti cammello tolti dall’armadio per l’occasione. A Cosenza, da quasi un decennio, i più giovani colgono l’occasione della vigilia di Natale per un pomeriggio di saluti, baci, abbracci e, ovviamente, auguri. La nuova tradizione si chiama (non formalmente) aperitivo del 24 dicembre ed è ormai prassi consolidata, per millennials e generazioni successive, ritrovarsi in centro città per gli auguri di un felice Natale. 

Centro della movida natalizia, solitamente, è la piazza di Santa Teresa, che nel pomeriggio del 24 dicembre scopre una capienza tutta propria pari a quella del Maracanà di Rio de Janeiro prima della ricostruzione. Lì si brinda a suon di spumanti, aperitivi, ovviamente fritti della tradizione e si salutano facce che magari non si vedevano da tempo. Ma anche Corso Mazzini ha trovato beneficio da questa nuova tradizione: sebbene sotto il campanile di Santa Teresa la folla ristagni amorevolmente anche fino alle 19, non sono pochi coloro che scelgono invece di trasmigrare pochi metri più giù, sul corso principale, per una passeggiata digestiva e per sperare di incrociare facce che non si vedevano da secoli e che, soprattutto, ripartiranno a breve. 

Nell’aperitivo natalizio il velo di malinconia delle ripartenze

Già, perché l’aperitivo di Natale del 24 dicembre in centro città a Cosenza è anche, se non soprattutto, l’occasione per rivedersi. L’emigrazione giovanile che ha colpito la Calabria dall’inizio degli anni ‘10 del nuovo millennio ha fatto sì che molti nati negli anni ‘90 e 2000 siano stati costretti a cercare fortuna in altri lidi. Cosenza non ha fatto eccezione: dal 2005 a oggi, il capoluogo bruzio ha perso un migliaio di giovani di età compresa fra i 20 e i 39 anni. Molti di loro hanno iniziato una nuova vita lontano da casa, dagli affetti e dagli amici e ritornano a Cosenza soltanto per Natale. 

Così l’aperitivo della vigilia diventa un modo anche per rivedere facce che, solitamente, stanno dietro a uno schermo: se è vero che la tecnologia ha accorciato le distanze per chi vive lontano da casa, è anche vero che rientrare a casa ha sempre un sapore particolare. E dietro gli spritz, i fritti, gli spumanti e i cappotti cammello c’è anche la consapevolezza di doversi rimettere in auto, in treno o in aereo pochi giorni dopo perché la propria vita è distante centinaia, se non migliaia di km da quel posto che avevano imparato sin da bambini a chiamare casa e che, adesso, casa non è più.