sabato,Settembre 7 2024

Quando Porcaro sfrecciava con lo scooter e posizionava bottigliette incendiarie

Nelle carte di Reset emergono due atti intimidatori a Marano Principato, commessi con la collaborazione di Danilo Turboli

Quando Porcaro sfrecciava con lo scooter e posizionava bottigliette incendiarie

I tentacoli della ‘ndrangheta cosentina, com’è risaputo, si estendevano, se non è il caso di parlarne anche al presente, anche ai comuni limitrofi. Paesi in cui la gran parte di cosentini e non si trasferisce per stare lontano dalla vita frenetica della città, dove l’economia non brilla. Ma agli ‘ndranghestisti tutto ciò interessa poco e un esercizio commerciale o un’impresa, anche se lontana da Rende o Cosenza, può essere appetibile. In questo caso parliamo di azioni delittuose condotte da Roberto Porcaro e Danilo Turboli prima dell’operazione “Testa di Serpente“, ovvero pochi mesi prima dell’inizio della pandemia da coronavirus. Siamo quindi nell’anno 2019.

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La Dda di Catanzaro, in questa fase, inizia a mettere insieme i tanti procedimenti. Nasce così “Reset” che nel corso del tempo viene arricchito da altre notizie di reato poi confluite nella richiesta di misura cautelare e di conseguenza nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Distrettuale Alfredo Ferraro. Porcaro, dunque, non lasciava nulla al caso. Come descritto in un servizio, l’ex boss degli italiani si presentava in prima persone nei luoghi in cui erano situate le attività da colpire. Così è stato anche a Marano Principato, dove l’attuale pentito, insieme a Danilo Turboli, avevano deciso di piazzare una bottiglia incendiaria.

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«Posso riferire anche di un altro atto intimidatorio con finalità estorsiva realizzato da me e Roberto Porcaro ad una legneria» situata a Marano Principato. «In particolare – racconta Turboli – io e Roberto Porcaro, a bordo di uno scooter Leonardo 250 di colore nero, ci recavamo presso la sede di questa legneria» e lì «posizionavamo una bottiglia incendiaria. In una seconda occasione, invece, io e Roberto Porcaro posizionavamo una bottiglietta incendiaria» ai danni di un parco avventura e divertimento. «Entrambe queste azioni, venivano realizzate nel 2019, tra settembre e ottobre comunque prima del nostro arresto».

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