giovedì,Novembre 7 2024

Fiera di San Giuseppe ed eventi a Rende, Porcaro racconta due estorsioni

L'ex "reggente" del clan Lanzino di Cosenza chiama in causa Luigi Abbruzzese, Alfonsino Falbo, Mario Piromallo, Michele Di Puppo e Salvatore Ariello

Fiera di San Giuseppe ed eventi a Rende, Porcaro racconta due estorsioni

Porcaro, da “reggente” del clan Lanzino di Cosenza, si occupava di tante attività illecite. Usura, traffico di droga ed estorsioni tra le più importanti e remunerative. Ed infatti il collaboratore di giustizia alla Dda di Catanzaro racconta di tutto e di più, ovvero le azioni delittuose avvenute negli ultimi sei-sette anni tra Cosenza e Rende.

Nel mirino della ‘ndrangheta cosentina, che per la Dda di Catanzaro sarebbe diretta dal boss Francesco Patitucci, finivano sia le aziende che i commercianti. Ma anche gli eventi, quelli organizzati nella città dei bruzi e oltre il Campagnano. Porcaro, nel riferire i dettagli di alcuni capi d’imputazione, conferma i suoi interessi illeciti in diverse situazioni. A cominciare dalla fiera di San Giuseppe, manifestazione storica presente a Cosenza da oltre 700 anni. “Con riferimento ai fatti di cui al capo 56 ovvero l’estorsione perpetrata ai dnani dei venditori ambulanti in occasione della fiera di San Giuseppe, ammetto le mie responsabilità precisando però che non conosco i nomi dei singoli ambulanti a cui veniva chiesto il pizzo in quanto io, Luigi Abbruzzese e Alfonsino Falbo davamo l’incarico di riscuotere il pizzo a Sergio Del Popolo e Mario Perri. Erano poi quest’ultimi ad individuare fisicamente i soggetti a cui chiedere il danaro».

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I proventi illeciti ottenuti da Porcaro e soci dalle iniziative poste in essere nel comune di Rende consentivano alla presunta confederazione mafiosa di incrementare la “bacinella unica“. «A seguito di un mio intervento» un organizzatore di un noto evento rendese «assegnava il servizio di sicurezza alla società di Caputo e parte del guadagno realizzato dallo stesso Caputo veniva versato all’associazione criminale di cui facevo parte. In particolare i proventi di cui si discorre venivano così suddivisi: 50% gruppo degli italiani e 50% gruppo degli zingari. Il referente del gruppo degli zingari – dichiara Porcaro – era Luigi Abbruzzese mentre io dividevo la parte spettante al gruppo degli italiani con Mario Piromallo, Michele Di Puppo e Salvatore Ariello». In questo caso la somma estorta fu di 10mila euro.

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