Sono almeno una dozzina gli omicidi di mafia compiuti nella Sibaritide nell’arco degli ultimi cinque anni. A conti fatti quello di Carmine Morello è l’ultimo di un elenco luttuoso e, probabilmente, destinato ad allungarsi ancora. Pochi dubbi, infatti, permangono sull’esistenza di un filo rosso che collega tutti o quasi i fatti di sangue avvenuti sulla costa jonica cosentina a partire dal 2018. Non a caso, due anni prima la Dna aveva lanciato l’allarme nella sua relazione annuale: qualcosa si muove a Sibari e dintorni, al tramonto dei vecchi boss sta facendo seguito la scalata di nuovi capi e, più in generale, si assiste a un processo di riorganizzazione degli equilibri criminali.

La calda estate del 2018, infatti, segna l’omicidio eccellente di Leonardo Portoraro, giustiziato a Villapiana davanti al suo locale, mentre l’anno successivo, sempre d’estate, coincide con l’uccisione di Francesco Romano e Pietro Greco, trucidati nel Cassanese. Il primo del mese coincide con la sparizione nel nulla di Cosimo Rosolino Sposato, ancora a Cassano, ed è ancora di luglio, però, nel 2020, che si registra l’eliminazione di Francesco Elia, imprenditore di Cassano Ionio, fatto fuori nei pressi della sua azienda agricola a colpi di kalashnikov, mentre il suo aiutante, un cittadino straniero, scampa miracolosamente all’agguato.

In precedenza, invece, agli annali era passata la morte di Pietro Longobucco, scomparso nel dicembre dal 2018 in circostanze misteriose e poi ritrovato cadavere in fondo al mare a differenza del suo amico Antonino Sanfilippo, anch’egli collegato all’omicidio e probabile vittima di un caso di lupara bianca. Ancora a dicembre, però del 2020, tocca a Giuseppe Gaetani, già autista del defunto Portoraro. I killer lo giustiziano sotto la sua abitazione a Sibari.

Neanche le donne risultano immuni alla mattanza. Nell’aprile del 2022, Maurizio Scorza e Hedhli Hanese, la sua compagna di origine tunisina sono trucidati nei pressi di una masseria cassanese e i killer non possono completare la distruzione dei loro corpi che saranno poi ritrovati in territorio di Castrovillari. Passa solo un mese e a Schiavonea, in pieno centro, si consuma l’omicidio di Pasquale Aquino, ucciso a colpi di pistola da un sicario in bicicletta. Da allora, gli investigatori sono riusciti a risolvere quest’ultimo caso e solo parzialmente quello dei poveri Scorza ed Hedli. Per il resto, è ancora notte fonda. Si riteneva che le recenti operazioni antimafia che hanno portato in carcere diversi esponenti della nuova guardia per reati estorsivi e di droga, potessero aver allentato un po’ la pressione criminale sulla Sibaritide. I fatti odierni, purtroppo, dimostrano che non è così.