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Cosenza, i guai di Ivan Barone con la Dda di Catanzaro: il retroscena

L'ex componente degli "zingari" entra nel mirino dell'ufficio coordinato dal procuratore Gratteri a causa di un pentito. Una scelta che lo vedrà protagonista cinque anni dopo

Cosenza, i guai di Ivan Barone con la Dda di Catanzaro: il retroscena

Nel “mondo di mezzo” della criminalità organizzata cosentina qualcuno potrebbe essersi chiesto quando sono iniziati i guai di Ivan Barone con la Dda di Catanzaro. La data è quella del 14 dicembre 2017. La Squadra Mobile di Cosenza, quinta sezione antidroga, all’epoca diretta dal vicequestore Fabio Catalano, ha iniziato da un po’ di tempo ad intercettare Marco Abbruzzese, alias “Lo Struzzo“, componente della famiglia “Banana” di via Popilia, inserita nel clan degli “zingari” di Cosenza.

Dall’altra parte della “cornetta” c’è proprio Ivan Barone, oggi collaboratore di giustizia. Abbruzzese lo chiama per informarlo dell’esistenza di un nuovo collaboratore di giustizia. Lo “Struzzo” in quella circostanza, ipotizzavano gli inquirenti, si riferiva a Francesco Noblea, oggi “fuoriuscito” dal programma di protezione.

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Sebbene la Squadra Mobile di Cosenza ritenga ambiguo e criptico il contenuto della telefonata, Ivan Barone ironizza sulla notizia appena ricevuta. E dice a Marco Abbruzzese: «Non ti preoccupare che poi ti vengono a prendere», ovvero ad arrestare. La chiacchierata, intercettata dalla Dda di Catanzaro, inizia con la frase di Abbruzzese: «E’ uscita una nuova canzone», riferendosi alla notizia di una nuova collaborazione con la giustizia, con un richiamo al noto cantante di fama mondiale Tiziano Ferro. La reazione di Abbruzzese ovviamente non è delle più tenere. Ed infatti impreca. Barone dunque entra nel tritacarne investigativo a causa di un pentito. Il caso vuole che dopo cinque anni anche lui abbia intrapreso lo stesso percorso.

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