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Il dado è tratto, almeno per quanto riguarda la parte spettante alla Provincia di Cosenza. Il piano di dimensionamento scolastico approvato dal consiglio di Piazza 15 Marzo ha tagliato, come previsto dalle linee guida ministeriali, 29 autonomie. La pratica è passata senza i voti del Pd. Il gruppo ha disertato l’appuntamento, in segno di protesta, contestando le scelte a monte, quelle del Governo, che vanno, secondo quanto sostenuto dai democrat, nella direzione di un arretramento dei presidi di istruzione pubblica, penalizzando soprattutto le aree interne e poco densamente popolate del Mezzogiorno. Il partito lo ha ribadito nel corso di una conferenza stampa coordinata dal capogruppo in consiglio regionale Mimmo Bevacqua, affiancato dal capogruppo provinciale Fernando De Donato e da Aldo Trecroci, intervenuto nella duplice veste di consigliere comunale a Palazzo dei Bruzi e di dirigente scolastico. Tra gli altri inoltre, è intervenuto Salvatore Monaco, sindaco di Spezzano della Sila e responsabile del partito per gli enti locali. Erano presenti la presidente provinciale del Pd di Cosenza Maria Locanto e alcuni rappresentanti dei sindacati. Assente invece Franco Iacucci, vicepresidente del consiglio regionale, per problemi di salute.
«Il nostro non è un intervento tardivo – ha sottolineato Bevacqua – Già nello scorso mese di aprile avevamo lanciato l’allarme sulle conseguenze per la Calabria di questo dimensionamento. In tutta la Regione vengono meno 79 autonomie. Non è un caso se le regioni Sardegna e Abruzzo hanno presentato ricorso al Tar contro il piano voluto dal Governo. Ed altre amministrazioni regionali si sono invece rivolte alla Corte Costituzionale ritenendo le norme sul dimensionamento emanate da palazzo Chigi incompatibili con i principi fondamentali del nostro ordinamento. La Calabria invece, come per l’autonomia differenziata, ha scelto di accettare supinamente queste linee guida. È questo il vero tema della giornata, al di là di quanto deliberato dalle province che non hanno potuto fare altro che attenersi a queste regole».
Oltre alle criticità registrate a monte del provvedimento però, Fernando De Donato ha pure contestato l’atteggiamento della presidente della Provincia Rosaria Succurro che nel determinarsi sull’adozione del piano di dimensionamento, non ha attivato «quel necessario coinvolgimento con gli attori del mondo della scuola, dai dirigenti scolastici a rappresentanti dei consigli di istituto, alle organizzazioni sindacali. Tutti soggetti completamente disattesi. La mancanza di confronto – ha detto De Donato – ha portato ad un pastrocchio istituzionale».
Secondo Aldo Trecroci, una più puntuale e tempestiva consultazione in senso collaborativo avrebbe consentito di ridurre al minimo l’impatto del dimensionamento «che tra i suoi effetti ha prodotto alcune situazioni perlomeno singolari. Avevamo già un istituto comprensivo da record distribuito in dieci comuni con 26 diversi plessi. Adesso questa riforma – ha sottolineato Trecroci – ha prodotto forse l’istituto comprensivo più esteso d’Italia: l’ipsia Marconi infatti avrà sedi sparse in un’area di circa settanta chilometri che vanno da montalto Uffugo, a Cosenza, a Rogliano, arrivando addirittura fino a Scigliano».
Il Pd poi ha ribadito l’inutilità di questo ridimensionamento: la scuola non è un costo, è stato ribadito, ma un presidio dello Stato, un diritto dei ragazzi ed un investimento sul futuro del Paese.
Nel video allegato le voci di Bevacqua e De Donato