Il Castello delle cerimonie. Nel nuovo bando entreranno feste private e matrimoni
Il Comune di Cosenza sta lavorando all'avviso che sarà pubblicato tra poche settimane. Una percentuale degli incassi andrà nelle casse pubbliche
Due cose non diventeranno mai démodé: mangiare e sposarsi (e spesso le due cose vanno a braccetto). Lo sanno bene dalle parti del Comune di Cosenza dove fervono i preparativi per la pubblicazione del nuovo bando di gestione del Castello Svevo.
Lo storico maniero, dunque, si prepara a diventare il “Castello delle cerimonie”. Pare che il progetto di ampliare il novero di attività che potranno svolgersi all’interno delle sue mura, sia praticamente cosa fatta (e necessaria, a detta dei sostenitori). In commissione, la proposta di sdoganare la celebrazione dei matrimoni, è piaciuta quasi a tutti, così come l’idea di prevedere una percentuale che il Comune incasserebbe direttamente da ogni evento. I costi di manutenzione, sestuplicati rispetto al passato, legati all’approvvigionamento energetico e al prezzo dei materiali, hanno reso fino ad ora poco appetibile la struttura agli occhi dei papabili gestori, ma con la carta fiori d’arancio la situazione potrebbe cambiare radicalmente.
L’apertura verso eventi privati, non proprio culturali, non è una novità dalle parti del colle Pancrazio. Sotto la sindacatura di Mario Occhiuto nel cortile della fortezza già si organizzavano feste danzanti e banchetti. Il limite che non veniva oltrepassato, quasi fosse un confine segnato da colonne d’Ercole, era quello relativo a matrimoni, battesimi, cresime, promesse et similia.
Adesso, però, le condizioni sono cambiate. La paura di assistere a una nuova gara deserta (come la precedente), ha portato il Comune a correre ai ripari. Il rischio è che nessuno si voglia sobbarcare le spese del fitto e della gestione per poi trovarsi con un guadagno insufficiente in tasca. Il business dei matrimoni, che neanche il Covid ha fermato, è uno dei più remunerativi e abbraccia un arco temporale più lungo rispetto al passato. Se prima per il “sì” si aspettava solo la bella stagione, il trend adesso ha registrato un’impennata anche di nozze invernali. Per sposarsi all’interno del Castello e vivere una favola (suggerimento per future tagline) in tanti, c’è da scommettere, sarebbero pronti a non badare a spese.
Alimena: «Un’idea molto di sinistra»
«Non trovo nulla di strano nell’idea di comprendere anche cerimonie di nozze nel nostro Castello – ci dice candidamente il consigliere con delega al centro storico Francesco Alimena – è una pratica comune a tanti castelli nel mondo, se devo dirla tutta la trovo una cosa molto di sinistra. I luoghi storici non possono restare lontani dalla gente, devono essere vissuti e poi il Castello svevo non è un museo. Certo, poi si dovrà stilare un regolamento che tuteli il bene storico e la sua sicurezza, questo è ovvio, ma la strada tracciata credo sia quella giusta».
Il consigliere d’opposizione D’Ippolito aveva dichiarato ai nostri taccuini che aprire il Castello ai matrimoni lo porterà a perdere la sua connotazione culturale, trasformandolo in una mera sala ricevimenti. Alimena fa un sorriso: «Evidentemente il consigliere non conosce la storia. I castelli non sono solo fortezze, al loro interno le corti, già secoli fa, organizzavano banchetti e momenti di convivialità, non vedo perché non dovremmo farlo anche noi oggi».
Tre in uno
Tra i progetti legati al Castello che ora dovranno passare in commissione Bilancio, c’è anche quella legata a un sistema integrato di gestione della Buvette del Rendano, del bookstore e del bar del Museo dei Brettii e degli Enotri. «Stiamo provando a creare una certa organicità tra le strutture – spiega la consigliera Antonietta Cozza -. La Buvette del teatro, ad esempio, potrebbe diventare un punto d’incontro legato, anche se non necessariamente, agli spettacoli in scena. Il Museo, che è delocalizzato, potrebbe diventare un punto di attrazione maggiore con la gestione degli store e del bar. Questo avvantaggerebbe anche le casse comunali. Vedremo cosa accadrà in commissione. Ad ogni modo credo che tra un mese saremo pronti per la pubblicazione del bando».
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