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Oggi è il giorno che chiude i sette dedicati alla patrona di Cosenza, la Madonna del Pilerio. La messa solenne, con l’offerta del cero e la partecipazione delle autorità, si svolgerà al mattino alle 11:30.
Nel pomeriggio si terrà la processione con inizio alle ore 16, seguendo il consueto itinerario. La processione sarà presieduta dall’Arcivescovo Metropolita, monsignor Giovanni Checchinato.
Durante il Settenario, la tematica trattata nelle catechesi è stata “Maria modello di preghiera per tutto il popolo di Dio”, in sintonia con il tema dell’anno della preghiera indetto da Papa Francesco in preparazione al Giubileo del 2025.
Le origini
L’origine del culto fu racchiusa dal compianto Monsignor Francesco Nolè in un’intervista rilasciata a LaC News qualche anno fa durante il programma “Il Sacro in Calabria”,
«Quando arrivai – raccontò il Pastore – mi dissero subito quale fosse la festa principale e ne studiai l’etimologia. Pilerio sta per Pilastro, pilastro della fede a Cosenza. Questa Madonna ha prediletto e protetto la città ed è quindi mamma di tutti».
L’origine della devozione affonda le radici nel 1576, quando la peste infestava ogni casa e mieteva morti su morti. I cosentini avevano bisogno di credere in qualcosa, di appigliarsi ad una speranza e di voltare pagina. Durante un momento di preghiera collettiva, si notarono delle macchie sull’icona della Santa: la gente interpretò la cosa come un atto d’amore, come un miracolo che da lì a poco avrebbe segnato la fine dell’epidemia. Nel 1854 la Madonna del Pilerio salvò per la seconda volta Cosenza, questa volta a margine di un devastante terremoto che causò centinaia di morti tra le macerie.
Poche vittime, pensarono in città al netto della violenza delle scosse e dei soccorsi che non arrivarono praticamente mai. Il secondo miracolo fu ricondotto ancora a quella che un anno dopo diventò ufficialmente la patrona dei cosentini, da celebrarsi ogni anno il 12 febbraio.