Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
«Non impiegheremo 4 mesi per determinarci sul Psc». Parole del commissario prefettizio di Rende Santi Giuffrè che ieri ha partecipato ad un’iniziativa politica con Franz Caruso, Orlandino Greco e i comitati per il no alla città unica. «La mia presenza è solo per portare i saluti istituzionali» ha detto prima ai nostri microfoni e poi dal tavolo istituzionale, da dove ha fatto un passaggio anche sul Piano Regolatore.
I più attenti ricorderanno che lo scorso 6 luglio, insieme agli altri due commissari Rosa Correale e Michele Albertini, firmò una delibera con cui sospendeva l’esecutività del Psc. La terna, infatti, al netto del «clamore mediatico» e dalla rapidità con cui fu approvato nel celeberrimo consiglio comunale, ritenne che fosse necessaria valutare con particolare attenzione la correttezza della procedura seguita e la sua legittimità. Vista la particolare importanza della materia in questione, diedero carattere di urgenza alla loro decisione e lo sospesero fino all’8 marzo 2024. Nei giorni scorsi la proroga di ulteriori quattro mesi.
Le motivazioni che indussero la terna commissariale ad una decisione del genere comparivano nella delibera di un anno fa. Giuffrè, Correale e Albertini rilevarono che «il Piano Strutturale Comunale di cui alla deliberazione consiliare 16/2023 è stato adottato dopo che, notoriamente, la commissione d’indagine appositamente nominata aveva concluso l’attività di verifica sulla sussistenza di eventuali fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso nel comune di Rende e si era ancora in attesa di conoscere l’esito di tale verifica e che è stato adottato pochi giorni prima che il Consiglio dei Ministri deliberasse lo scioglimento del consiglio comunale di Rende».
Non solo ma nella delibera scrissero anche delle modalità con cui avvenne l’approvazione, vale a dire «con una modifica dell’ordine di trattazione dei punti all’ordine del giorno, disposta in corso di seduta prima ancora che buona parte dei consiglieri comunali sopraggiungessero presso la sala consiliare». I lavori di quel pubblico consesso durarono appena 15 minuti.
La maggioranza del Comune di Rende, il 30 maggio 2023 approvò di fretta e furia il punto numero 8 all’ordine del giorno: il Piano Strutturale Comunale (PSC) e del Regolamento Urbanistico ed Edilizio. Lo fece con un’azione repentina che ha garantito 11 voti a favore, 4 contrari e 1 astenuto. Il consiglio comunale iniziò in maniera svizzera alle 9:03, appena tre giri d’orologio dopo l’orario fissato e, nonostante le strenue resistenze del consigliere di minoranza Massimiliano De Rose, l’assise intese far passare il più grande pomo della discordia che ha animato la scorsa legislatura.
Dopo l’avvio dei lavori, il presidente Gaetano Morrone chiese di mettere ai voti la richiesta di Giovanni Gagliardi: invertire i punti 3 e 8. Richiesta che incontrò il favore della maggioranza del pubblico consesso. La cosa fece sobbalzare dalla sedia proprio De Rose che chiese la parola lamentandosi senza sortire gli effetti sperati. Il responso della votazione fu quindi scontato. Da qui la denuncia in Prefettura e in Procura dei gruppi di minoranza. Poi, nelle settimane a seguire, il provvedimento dei commissari prefettizi dopo lo scioglimento del Comune di Rende.